Opere / La preoccupazione

Bypass ferroviario, la protesta di Giuseppe Angelini: “La mia casa su una frana”

L’ingegnere: “Se si muove, viene giù tutto e potrebbe invadere via Brennero, sono preoccupato per la mia proprietà”. Ma secondo la società che ha in appalto la demolizione di una decina di edifici, finora non ci sono stati contrattempi, e anche la fuga di gas delle scorse settimane è da considerarsi un evento che non ha messo in crisi né la sicurezza né la velocità dei lavori

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TRENTO. Se non ci saranno problemi particolare, entro fine ottobre le demolizioni previste per la realizzazione del bypass ferroviario saranno completate. Secondo la società che ha in appalto la demolizione di una decina di edifici, finora non ci sono stati contrattempi, e anche la fuga di gas delle scorse settimane, causata dalla rottura di un tubo non segnalato, è da considerarsi un evento che non ha messo in crisi né la sicurezza né la velocità dei lavori. «Tutte le parti pericolose, come per esempio le coperture di amianto - spiega Giulio Misconel - erano state evidenziate ed asportate dalle ditte specializzate. Ora si va avanti in sicurezza».

Chi invece non vive la situazione con tranquillità è Giuseppe Angelini, proprietario della villa che sta aggrappata sopra al cantiere e del complesso edilizio le Fornaci. «Quasi quasi - ammette - preferivo se le Fornaci fossero demolite: si trovano a trenta metri dall'imbocco della galleria, ma se per gli esercizi commerciali l'impatto previsto è basso, non altrettanto si può dire per tutti quelli che alle Fornaci ci vivono, ci dormono. CI saranno problemi di vibrazioni, di rumori, di disagio, e quello che mi fa arrabbiare non è tanto la responsabilità di Italferr, che fa il suo mestiere, ma il fatto che il Comune di Trento non stia tutelando chi si trova a vivere accanto al cantiere. A Bolzano si è provveduto a riqualificare le aree attraversate dal bypass, mentre qui non c'è alcun progetto».

«Io vedo - riprende Angelini - un atteggiamento aggressivo, che non tiene conto dei legittimi disagi di chi verrà danneggiato da quest'opera». Riprende l'ingegnere: «Per quanto riguarda la mia casa, va ricordato che si trova su una antica frana, non su una roccia consolidata. Se si muove, viene giù tutto e potrebbe invadere via Brennero: ma sono tranquillo perché i geologi avranno fatto le loro valutazioni. Quello che in questo momento non capisco è un'altra cosa: mi hanno detto che mi avrebbero restituito l'area riqualificata, ma questo lo vedo estremamente difficile e complicato. Fino ad ora non è stata fatta alcuna certificazione per valutare eventuali danni. Sicuramente è un'opera che porterà ingenti vantaggi, ma a tutti fuorché a quelli che abitano vicino». Chi invece non è per nulla convinto della bontà dell'opera è il comitato ResisTrento che promuove una raccolta fondi per organizzarsi e fare fronte comune.

Ecco perché «le associazioni, i comitati ed i collettivi di Trento che sono impegnati da almeno un biennio a contrastare la realizzazione del bypass ferroviario, il cui progetto è quanto più disastroso e devastante si possa compiere nella nostra città» chiedono sostegno finanziario. «Il denaro - spiega ResisTrento - è servito a promuovere anche numerose azioni legali sia presso la Procura della Repubblica, sia avanti la Corte dei Conti, sia al Tar. Dobbiamo raggiungere la cifra di 6.000 euro entro il mese di dicembre 2023». Da questo l'appello di ResisTrento a fare dei bonifici utilizzando l'iban IT 94S0830401804000003411229. 

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