Trento / Il caso

Circoscrizione: «Scalo Filzi, ora stop agli scavi del bypass fino al completamento delle analisi»

L'ente Centro Storico Piedicastello, guidato dal presidente Claudio Geat, vara due documenti. Uno chiede di fermare i lavori in via Brennero in attesa dei risultati delle verifiche sui terreni. L'altro riguarda il cantiere della bonifica delle rogge: il Comune verifichi che sia gestito in modo da garantire la sicurezza dei lavoratori e della comunità

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TRENTO. Il cantiere della bonifica delle rogge va gestito in modo da garantire la sicurezza dei lavoratori e della comunità e serve che il Comune verifichi.

Mentre l’area coinvolta dai lavori per il bypass ferroviario va monitorata con attenzione, perché le aziende che lavorano non danno abbastanza garanzie: fino all’arrivo dei risultati delle analisi si chiede di fermare le operazioni di scavo.

Questo, in sostanza, il contenuto di due documenti approvati dalla Circoscrizione Centro Storico Piedicastello, guidata dal presidente Claudio Geat, mentre dopo i fatti dei giorni scorsi interviene anche la Rete dei cittadini: «Il sindaco è contenti dei maggiori controlli? Bene, allora lo dimostri - osserva Martina Margoni - fermando i lavori allo scalo Filzi».

Il documento sul bypass ferroviario parte da un assunto: non ci si fida tanto delle imprese al lavoro in via Brennero, perché i primi segnali non sono stati incoraggianti: c’è stata la vicenda dell’amianto, di cui si contesta modalità e tempi di bonifica, c’è la modalità di lavoro «nelle prime fasi della lavorazione gli operai hanno lavorato senza essere dotati di mascherina», c’è la nuvola di polvere che con il maltempo si è alzata dallo Scalo Filzi, «che poteva essere evitata bagnando il materiale polveroso, così come viene imposto in tutti i cantieri della città, i lavoratori spesso «non sono dotati di dispositivi di sicurezza» e i camion in uscita non sono coperti.

Da qui le richieste della Circoscrizione al Comune, perché verifichi «il puntuale adempimento delle norme previste nei regolamenti comunali e nel “protocollo d’intesa per mitigare l’impatto dei cantieri sulla città”», perché verifichi «il rispetto delle 224 prescrizioni e 42 raccomandazioni imposte in sede di approvazione del progetto.

Soprattutto, chiede di fermare gli scavi «in attesa dei risultati pubblici di analisi recenti che evidenzino la certezza che nella zona dove si sta scavando gli inquinanti non siano presenti, nemmeno a meno di un metro di profondità e dell’adempimento della prescrizione B20 (la caratterizzazione dell’ex Scalo Filzi, ndr). 

Il problema sulle rogge è noto: la Provincia ha avvviato il cantiere per la bonifica del Lavisotto ed ora, arrivati i lavori alla fossa primaria, si sono scontrati con un problema: dalla fossa primaria esce catrame, o meglio, morchia catramosa.

La circoscrizione prende atto con preoccupazione delle novità, e chiede al Comune di attivarsi «al fine di portare a termine la bonifica del tratto tombinato della fossa primaria di Campotrentino», controllare «che ogni operazione del cantiere di bonifica delle rogge sia effettivamente realizzata in ambiente confinato, sia che si tratti di asportazione del materiale o altre lavorazioni, sia che si tratti della realizzazione del tappo di fondo».

Infine, si chiede al Comune di vigilare affinché vengano rispettate le prescrizioni a tutela dei lavoratori e della sicurezza pubblica.

Dopo il sequestro e le conseguenti esternazioni di palazzo Geremia, la Rete dei cittadini interviene ironica. «Bene - osserva Martina Margoni - che il sindaco Ianeselli sia contento della richiesta di bonifica. Allora facciamo così, noi gli abbiamo aperto la strada, lui blocchi i lavori finché non si faranno le analisi anche allo Scalo Filzi».

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