Ristorazione / Giovani

Novità a Trento: dopo la pasticceria vegana, arriva in città anche il bistrot

Michele Granuzzo, partito dalla trentina Valle dei Laghi e formatosi poi tra Berlino e New York, si è ritagliata uno spazio esclusivo nel panorama della pasticceria e della cucina: quando è nata era infatti l'unica realtà non solo in Italia ma in Europa a proporre pasticceria biologica crudista, con realtà simili presenti solo in Australia e Oltreoceano

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di Leonardo Pontalti

TRENTO. Un bistrot in una corte nel cuore di Trento, accanto al laboratorio attivo in via Belenzani da tre anni dopo che la sua attività era nata nel 2016 a Trento Nord. Quella di Michele Granuzzo è senza dubbio una storia di successo. Ma soprattutto di talento e determinazione. Se il suo nome forse non dice molto a qualcuno, il suo marchio è di certo noto a tutti. Lui è il "padre" di Black Sheep, la pasticceria biologica crudista e vegana che ha aperto ad appena 23 anni ed è diventata in pochi anni un punto di riferimento non solo per gli amanti del genere ma per i golosi in generale, a Trento e in tutta Italia.

Nell’ultimo fine settimana (domenica 25 giugno) Michele Granuzzo - che gestisce la sua attività con la sorella Sofia e i loro sette collaboratori (tre le nuove assunzioni) - ha fatto segnare un'altra tappa importante del suo percorso: ha inaugurato il suo primo vero e proprio locale. Un risultato straordinario, se si pensa all'età di Michele e al periodo storico nel quale si è trovato a crescere professionalmente. Quella pandemia che ha purtroppo tagliato le gambe a tante realtà in numerosi settori, lo ha visto uscire indenne dai lockdown e dalla crisi social che ne è seguita. Il crescendo della sua attività ne è la conferma: dall'apertura del laboratorio per proporre prodotti sia al pubblico che come grossista per altri operatori della ristorazione fino all'apertura di una pasticceria in proprio.

Fino ad oggi, con il varo di uno spazio nel quale la clientela potrà non solo acquistare i prodotti della "Pecora nera", ma anche gustarli sul posto in una cornice prestigiosa. Un nome, quello di Black Sheep, che ha rappresentato una sorta di profezia, spogliato però dei suoi significati negativi: come la pecora nera che si distingue come una rarità, l'attività del giovane Granuzzo, partito dalla trentina Valle dei Laghi e formatosi poi tra Berlino e New York, si è ritagliata uno spazio esclusivo nel panorama della pasticceria e della cucina: quando è nata era infatti l'unica realtà non solo in Italia ma in Europa a proporre pasticceria biologica crudista, con realtà simili presenti solo in Australia e Oltreoceano.

Non è un caso che a lui si rivolgano realtà della ristorazione e dell'hotellerie di alto livello in Italia e all'estero, per poter proporre alla loro clientela le sue creazioni.

Ora, un nuovo passo avanti: «Proporremo per il momento pranzi e colazioni, poi speriamo di ampliare l'offerta anche con aperitivi. L'apertura vera e propria sarà mercoledì 28 giugno ma abbiamo voluto prima fare festa con tutti i nostri amici, clienti, la cittadinanza. Il mio auspicio è che in questo luogo possiamo riuscire a fare non solo ristorazione, ma anche cultura del cibo. Lavoriamo con piccoli produttori di eccellenza, produciamo tutto in maniera artigianale con una manualità spinta anche nelle produzioni in cui potremmo impiegare macchinari. Speriamo che il bistrot possa diventare anche un luogo dove incontrarsi, discutere, formarsi».

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