Storia / Emozioni

La lettera di papà dal fronte russo "consegnata" dopo 81 anni

Guido Manica nel dicembre 1942 aveva scritto un messaggio di affetto alla figlia Onorina di due anni e mezzo. La lettera era finita a Sardagna ed è stata recuperata un anno fa all’interno di un libro. Le ricerche per trovare la destinataria e l’emozionante incontro con il postino

di Giancarlo Rudari

ROVERETO. Faceva fatica a credere che tutto fosse vero. Che al telefono ci fosse un inusuale "postino" pronto a consegnarle una lettera spedita dal fronte russo addirittura 81 anni fa. «Finché è arrivato quel giorno tanto atteso: in piazzale Sanseverino a Trento mi sono così ritrovata nelle mani un messaggio che papà Guido mi aveva scritto nel dicembre del 1942 e non mi era mai stato recapitato. È stato il suo ultimo scritto alla famiglia perché di lui non abbiamo più saputo nulla...».

Onorina Adami aveva due anni e mezzo (ora di anni ne ha 83) quando suo padre dal fronte russo («nelle zone dove si combatte ora al confine tra Russia e Ucraina») scrive una lettera-cartolina postale indirizzata a lei "Alla giovaneta Onorina". Un messaggio di amore, di affetto e di speranza: "Ricevi tanti baci da tuo papà che si trova così lontano. Ti racomando di ubidire alla mamma e al nono. Dale tanti baci a tua sorelina Rita perme, e prega perme il Buon Dio che mi tenga sano e che possa un giorno poter abraciarvi. Sono tuo Papà. Dale un bacio alla nona e alla mamma perme. Tuo papà Guido ciao".

«Questo è stato l'ultimo contatto che abbiamo avuto con lui. Dal gennaio del 43 - ricorda Onorina - le lettere che gli inviavamo tornavano tutte. Ma la mamma Carlotta non si dava per vinta: "Non recito l'Eterno riposo ma una Salve Regina" sperando il papà ancora vivo, che magari avesse perso la testa e che si fosse formato una nuova famiglia. Ma nel 1949 è arrivata la pensione per morte presunta e da lì addio speranze».

Oltre a Onorina, Guido e Carlotta hanno un'altra figlia, Rita, nata nel settembre del 1942 «che papà aveva visto soltanto una volta, grazie ad un permesso mentre era militare in zona a guardia della ferrovia». Poco dopo la partenza per il fronte russo dal quale non è più tornato. «A differenza di mio padre che tra mille peripezie è riuscito a tornare a casa pesando 37 chili, con la barba lunga fino alle ginocchia e i pidocchi che gli reggevano il cappotto...» aggiunge il marito Gianni Adami nella loro casa di Marco.

Si erano conosciuti quando lavoravano in fabbrica a poca distanza l'uno dall'altra: lei al Nastrificio, lui alla Coppo e poi in Manifattura. Gira e rigira tra le mani, Onorina, quella cartolina postale per le forze armate, cercando di decifrare un altro timbro presente sul frontespizio. «Mah, chissà dove è stata prima di finire a Sardagna. E chissà quanto tempo è rimasta tra le pagine del libro dove è stata ritrovata» racconta la figlia del fante Manica. E questa è una storia nella storia. Perché a trovare Onorina, dopo lunghe ricerche, è stato Alberto Pedrotti, giovane consigliere comunale di Trento.

Sua madre, guardando nelle scartoffie della prozia che a Sardagna aveva una tabaccheria, ha rinvenuto lo scritto. Da lì, prima sui social e poi con contatti telefonici, è risalito alla "giovineta" e l'ha incontrata: «Beh, certo che ero emozionata. Questo è l'unico ricordo che ho di papà, tanto più caro perché la lettera era indirizzata a me. È l'ultimo abbraccio che non ci siamo mai dati...» dice Onorina con gli occhi lucidi e con un sorriso.

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