Trasporti / Grandi opere

Nuova stazione di Rovereto, via ai lavori dell’Azienda per il turismo

Il progetto dell’Apt per trasformare i vani abbandonati in un centro-servizi per i viaggiatori: info-point, noleggio bici, deposito bagagli. In vista c’è la partenza anche del piano dell’Ue: 5 milioni di euro per rendere la stazione un polo per lo sviluppo di idee e pratiche sulla transizione verde

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di Matthias Pfaender

ROVERETO. «Sono solo due le città da 40mila abitanti in Italia in cui ferma il pendolino. Rovereto è una di queste. Da Roma al Brennero, le fermate sono: Firenze, Bologna, Verona e Rovereto. È un patrimonio fenomenale, soprattutto per lo sviluppo del turismo, sul quale dobbiamo continuare ad investire». Un molto soddisfatto Giulio Prosser commentava così, giovedì 20 luglio, al termine dell'incontro con Rfi nel quale all'Apt di Rovereto e Vallagarina sono state ufficialmente consegnate le chiavi degli spazi sud della stazione dei treni.

Oggi vuoti e malandati, saranno riadattati in un "hub" a servizio dei turisti, con una serie di servizi: info-point, servizi di prenotazione in hotel e ristoranti, noleggio bici, negozio di prodotti tipici, principalmente enogastronomici, deposito bagagli (tutt'oggi la città ne è sprovvista). Insomma, un investimento pensato e voluto per acchiappare quanti più viaggiatori possibile dei tre milioni che ogni anno transitano attraverso la stazione di piazzale Orsi. Un investimento che peraltro vedrà un suo "gemello" all'uscita dell'A22 (dove anche escono tre milioni di viaggiatori all'anno).

I nuovi spazi in stazione, sottolineano dall'Apt, saranno «una vetrina che si apre nel posto più frequentato dai viaggiatori e che, proprio per questo, sarà il biglietto da visita della città e dell'intera vallata. E l'allestimento di questo spazio sarà un inno al Trentino grazie all'arredamento proposto dallo studio di architettura di Monica Armani con tanto legno e moduli spostabili su binari alloggiati nel pavimento».

Il progetto ha trovato l'abbraccio dell'ente ferroviario. Giuseppe Brusamolin, responsabile degli edifici di Rfi per il Nordest, è orgoglioso di questo rilancio della piccola stazione di piazzale Orsi: «É merito di tutti - dichiarava all'Adige in occasione della firma dell'accordo con l'Apt - se oggi siamo arrivati a questo punto, se abbiamo un sottopasso, marciapiedi rialzati, ascensori. Un percorso iniziato nel 2016 che ha portato la stazione di Rovereto a diventare il portale della città, con due porte: una storica e una aperta con un grande parcheggio sull'altro lato».

Ma c'è molto di più. Perché in fondo il progetto dell'Apt, ormai pronto a partire con i primi lavori, non è che uno - e neanche il più importante - che riguarda lo scalo ferroviario cittadino, che negli ultimi anni si è imposto come banco di prova per progetti innovativi per attori istituzionali. Da una parte infatti c'è la Provincia, che sta eseguendo il sottopasso ciclopedonale per collegare la parte alta di Piazzale Orsi fin all'ingresso della stazione, e poi al nuovo parcheggio di attestamento su via Zeni e, in prospettiva, alla futura stazione delle corriere. E dall'altra c'è addirittura l'Ue, che ha messo sul piatto ben cinque milioni di euro per rendere la stazione di Rovereto «più moderna e sostenibile» nell'ambito del progetto "Station for Transformation" sviluppato da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs) e dal Comune e mirato a creare un «luogo di comunità e sviluppo in chiave di sostenibilità».

Vincitore del primo bando internazionale "Eui - European Innovative Actions", un'azione strategica portata avanti dall'Unione europea, il progetto punta a recuperare le aree oggi non più in uso della stazione ferroviaria per trasformarle in un "Green innovation hub", ovvero un polo per lo sviluppo di idee innovative, la promozione di buone pratiche, «finalizzato - spiegano da Rfi - ad accelerare e rendere attraente la transizione ecologica con un focus su cambiamento climatico, biodiversità territoriale e scambio comunitario».

Un lavoro condotto con l'associazione La Foresta e la stessa Apt. «Si tratta di un progetto particolarmente innovativo - sottolineano dal gruppo Fs - È la prima volta, infatti, che una stazione ferroviaria viene rinnovata non solo come hub intermodale, ma anche per la sua centralità nel patrimonio culturale e identitario di una comunità. Per il Gruppo Fs lo scopo è trasformare le stazioni italiane in luoghi vissuti all'interno delle città».

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