Sanità / Il caso

Sanità trentina, la denuncia: «Il Centro salute mentale di Rovereto è senza medici»

Una crisi portata alla luce dei riflettori del dibattito politico dal consigliere comunale di «Rinascita Rovereto» Gabriele Galli e dal consigliere provinciale di «Onda» Filippo Degasperi. Mercoledì 12 luglio, insieme a Gloria Canestrini, hanno dato vita ad una manifestazione di fronte all’ospedale

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ROVERETO. Non finiscono mai i fronti critici della sanità trentina. Criticità che in molti casi sono per lo più - ma non esclusivamente - riconducibili alla mancanza di personale, sia all'interno che all'esterno del circuito ospedaliero: anestesisti, infermieri, ortopedici, medici di base. Eppure, proprio a Rovereto è incardinato un servizio che riesce a differenziarsi, verso il basso, pur nel già difficile contesto trentino. Parliamo qui del Centro di salute mentale di Rovereto, la cui crisi è stata portata alla luce dei riflettori del dibattito politico dal consigliere comunale di Rinascita Rovereto Gabriele Galli e dal consigliere provinciale di Onda Filippo Degasperi. I due mercoledì 12 luglio, insieme a Gloria Canestrini, hanno dato vita ad una conferenza stampa - manifestazione di fronte al Santa Maria del Carmine.

Agli atti restano due interrogazioni “parallele” inoltrate ai rispettivi presidenti/sindaci, per segnalare il gravissimo deficit di professionisti nel servizio. «Sono trascorsi ormai quasi due anni - scrive Degasperi - dalla prima interrogazione avente a oggetto la grave carenza di specialisti per il Centro di Salute Mentale di Rovereto. Già nell'ottobre 2021 segnalavamo come, da lì a pochi mesi, per via di pensionamenti e trasferimenti, il numero dei professionisti in servizio si sarebbe dimezzato. E così fu. Nel novembre 2021 un concorso per nuovi medici andò deserto, probabilmente a causa delle condizioni a dir poco "umilianti" proposte nel contratto (25 ore settimanali con un compenso orario lordo di 50 euro). Così nel giugno 2022 si passò da sette professionisti a tempo pieno a quattro, più un medico part-time».

«Di conseguenza - come riportato nella risposta all'interrogazione dalla stessa assessora alla sanità - il carico di utenti per ogni specialista passò da 260 a 350. Una situazione preoccupante, con medici sottoposti a pressioni sociali elevate e ai rischi, sotto il profilo professionale, che queste comportano. Per non parlare delle difficoltà nel mantenere alta la qualità di un servizio delicato come quello delle cure psichiatriche. Una situazione di emergenza ancor più grave considerate l'emergenza pandemica e la crisi socio-economica che hanno contribuito all'aumento dei casi di depressione e di patologie come ansia, stress e fragilità psicologica nella popolazione».

«Purtroppo - sottolinea Degasperi -, nonostante le rassicurazioni e i "provvedimenti di nomina dei vertici aziendali e i successivi atti di riorganizzazione approvati nel 2022" che, a detta dell'assessorato, avrebbero dovuto "produrre i loro effetti nell'ambito dell'organizzazione aziendale conseguentemente nella riorganizzazione del personale dedicato", la situazione al Centro di salute mentale di Rovereto sarebbe peggiorata. A causa di ulteriori pensionamenti, infatti, nel Csm opererebbero attualmente solo tre specialisti a tempo pieno rispetto ai sette previsti, ognuno dei quali avrebbe un carico d'utenza media di 400 pazienti, a cui assicurare il servizio h24. Una condizione al limite del drammatico e che ci vede costretti, per la terza volta, a intervenire sull'argomento vista l'indifferenza che, stante l'assenza di risultati tangibili, pare contraddistinguere i "vertici aziendali"».

Riprendendo in sostanza i dati espressi da Degasperi, per parte sua il consigliere Galli rigira il tema alla giunta comunale, sottolineando come questa sia «direttamente investita» dalla tematica, nonostante la competenza sia della Provincia e dell'Azienda sanitaria, in quanto «è composta anche da professionisti del settore medico, che hanno sempre dichiarato grande attenzione al tema della salute e ribadito in più occasioni l'importanza e la centralità dell'ospedale di Rovereto come polo di eccellenza».

«Certo che siamo attenti alla tematica, purtroppo nota - replica l'assessore alla Salute ed ex chirurgo del Santa Maria del Carmine Mauro Previdi - e le interlocuzioni con l'assessora Segnana e il direttore dell'Apss Ferro sono attive. Ma non intendo cavalcare le criticità della sanità trentina per fare battaglia politica, preferisco lavorare per risolvere i problemi. Così come il sindaco Francesco Valduga (oncologo in forza all'Apss, ndr) sono dell'idea che non si fa politica con le critiche, ma con le proposte. Il programma politico di Valduga per le prossime provinciali sta venendo ultimato, e comprenderà le proposte per il rilancio del servizio sanitario pubblico in Trentino».

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