Ambiente / Rifiuti

A Rovereto sud il turismo dell’immondizia: la discarica diffusa che fa arrabbiare

Sono sempre di più i cittadini che, nel tempo libero, raccolgono la spazzatura cercando di tenere pulita la città della Quercia, anche in aree dimenticate come la zona industriale. I volontari: «Nessuno fa niente, situazione ingestibile»

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Il Comune insiste nel dire che fa il possibile per liberare la città dai rifiuti ma l'immagine concreta è un'altra. Non stiamo parlando di raccolta differenziata ma di turismo dell'immondizia, di gente che si riempie la macchina di spazzatura per gettarla in posti lontani dalla vista collettiva. A questo, poi, vanno aggiunte le bottigliette di pipì gettate via dai camionisti in sosta.

La questione è datata e solleva da sempre malumori. Tanto che è finita in consiglio comunale con interrogazioni e proteste con relative risposte del Comune. Ma il degrado rimane ed è fastidioso. A dirlo, attenzione, non sono partiti politici o associazioni ambientaliste ma comitati spontanei di cittadini volontari che, nel loro tempo libero, passano al setaccio le aree buie dell'urbe per raccogliere rifiuti gettati a casaccio.

Soprattutto in zona industriale ritenuta una discarica a cielo aperto. Che nella parte Sud dell'urbe ci siano sporcaccioni di passaggio è una triste realtà. E si tratta sovente, come detto, di turisti del rifiuto (roveretani o comunque lagarini del circondario) che, pur di non differenziare o pagare l'extra-tassa sul residuo, caricano le proprie macchine di sacchetti dell'immondizia scaricandoli laddove l'occhio umano non vede, tra le fabbriche appunto.

E che la faccenda stia a cuore ai residenti lo si capisce anche dai numerosi interventi di pulizia civica portati da un gruppo di volontari riuniti sotto il nome di «Caminem ensema e netem». Il Comune ogni volta risponde che il caso è monitorato e che si cerca di intervenire dove si può allertando Dolomiti Ambiente. Ma per i volontari la situazione è tutt'altra.

«Sappiamo che il problema non è di facile soluzione. - rilanciano i cittadini - ed è per questo che cerchiamo di dare anche il nostro piccolo contributo. Per quanto riguarda la zona industriale vorremmo portare alcuni suggerimenti all'assessore all'ambiente Andrea Miniucchi. Partendo dal fatto che quest'area è troppo poco monitorata».

«Purtroppo è interessata tutti i fine settimana dal parcheggio-stazionamento di Tir di lunga percorrenza. Gli autisti alla partenza lasciano la propria immondizia - ricordava qualche giorno fa Miniucchi - Dolomiti Ambiente monitora le vie della zona industriale e provvede allo spazzamento meccanizzato delle singole strade. La zona è attenzionata e monitorata e, non a caso, abbiamo già portato dei cassonetti per la raccolta differenziata. In alcune aree di sosta abbiamo posizionato dei blocchi di cemento per impedire l'accesso. Ma questo è perché, d'estate, lasciano il motore acceso tutta la notte per far funzionare l'aria condizionata e tengono svegli i residenti del posto. Per il resto puliamo sia noi che, come detto, i volontari».

I cittadini che si muovono per rendere linda la città, però, fotografano una situazione ben diversa. «Il Comune ha posizionato solo due cassonetti e sono decisamente insufficienti e tra l'altro sono troppo piccoli. I camionisti non sanno cosa vuol dire raccolta differenziata e mettono la loro spazzatura, tranne le feci e le urine, in un'unica borsa. Ci vogliono dei cassonetti più capienti e uno ad ogni piazzola. Stiamo parlando di almeno cinque cassonetti collocati nella traversa di via di Vittorio, alle spalle del depuratore della Suanfarma, in via dell'Artigiano davanti all'ex Cisa, in viale Caproni nei pressi dell'ex Viscolor e dell'ex Sony e all'inizio di via Fornaci».

C'è poi il problema dello spazzamento. «La stragrande maggioranza dei rifiuti, come le famose bottiglie di urina, non è sulla strada ma nelle piazzole, nelle aiuole, ai lati dell'arteria e nelle scarpate e queste vengono pulite raramente. Le rampe a lato ciclabile, per capirci, sono ormai prese di mira da tutti: passanti e camionisti. Si dovrebbe provvedere alla pulizia delle sterpaglie in modo che sia molto più semplice eliminare la sporcizia. A tal proposito si dovrebbe ricordare a chi provvede al taglio degli alberi che prima di questa operazione bisognerebbe provvedere alla pulizia della zona in modo da evitare il frantunamento delle bottigliette di plastica e di vetro».

La fantomatica tabella merceologica degli scarti buttati, poi, è sempre la medesima: tubazioni idrauliche, materiale isolante, cartongesso. «Basterebbe una telecamera per colpire i responsabili!» .Tra le zone di degrado, poi, c'è l'ex macello, mai aperto e chiuso da sempre che accoglie disperati ma anche tossici.

«Qua i rifiuti sono tantissimi e richiamano grossi ratti. Ma anche nella zona dell'ex Aragno c'è un gran quantità di ricordi dei turisti dei rifiuti. Qui, pulendo noi, abbiamo trovato di tutto, perfino una flebo!». La «monnezza» allegra e diffusa, ribadiscono i volontari, riguarda tutta la parte Sud della città. «Anche a Mori Stazione, nei pressi del McDonald's c'è di tutto. Anche al Millennium e fin su in via Benacense l'incuria e l'inciviltà la fanno da padroni. La situazione sta peggiorando ma il Comune insiste che è tutto sotto controllo. Vuol dire che non controlla nemmeno la propria città».

Per cercare di fermare un'iperbole sporcacciona che peggiora di giorno in giorno stanno nascendo sempre più gruppi di cittadini volontari, segno che l'amore per la propria città è più grande degli interventi istituzionali. E invocano «una presenza costante di vigili e operatori ecologici. Si dovrebbe far comprendere che è giunto il momento di tolleranza zero nei confronti di queste persone che non riescono a capire che il loro comportamento andrà a discapito soprattutto delle generazioni future, i loro figli e i loro nipoti».

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