Rifila patacche al "Compro Oro"

Ha venduto oro al «Compro oro» ma, in realtà, erano patacche nemmeno placate.


Ma questa bigiotteria, evidentemente, era fatta ad arte visto che è riuscita a trarre in inganno perfino un negozio che, nel settore, dovrebbe essere esperto. Due amiche bresciane - Rossana Landini di 60 anni e Riccarda Lazzari di 54 - sono finite a processo per truffa e per vendita di cose con impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione (sui monili era impresso il finto marchio «750»). Diciamo subito che la prima è stata condannata a 1 anno e mezzo e 280 euro di multa senza la sospensione condizionale (visti i numerosi precedenti) mentre l’altra è stata assolta perché con la merce taroccata non c’entrava nulla.

I fatti risalgono a tre anni fa quando ai punti vendita «Orofino» e «È oro» di via del Garda sono stati ceduti, in tre momenti diversi, 18 bracciali e un anello per circa 2.700 euro. Il perito, in aula, ha spiegato che il negozio, per capire se sia davvero materiale prezioso, ha un solo sistema che, però, può essere «gabbato» se non si tratta di oro giallo. Diversi, invece, i sistemi adottati dall’esperto che, non a caso, ha riferito al giudice che quei monili erano bigiotteria.
La difesa ha giocato la carta dell’assenza di ricevute e di immagini di telecamere e dunque dell’impossibilità di attribuire quei finti gioielli alle imputate.

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