Aperture domenicali: ecco il fronte del «no»

Quattrocento firme per chiedere all’amministrazione provinciale di intervenire sulla normativa che liberalizza l’apertura di negozi e centri commerciali in Trentino, limitando gli orari di lavoro ai soli giorni feriali. La sottoscrizione è stata promossa dai dipendenti dei diversi esercizi presenti all’interno del «Millennium Center» di Rovereto

di Lorenzo Basso

millennium center roveretoQuattrocento firme per chiedere all’amministrazione provinciale di intervenire sulla normativa che liberalizza l’apertura di negozi e centri commerciali in Trentino, limitando gli orari di lavoro ai soli giorni feriali. La sottoscrizione, che verrà consegnata all’assessore Alessandro Olivi corredata di un documento, è stata promossa dai dipendenti dei diversi esercizi presenti all’interno del «Millennium Center» di Rovereto per contrastare quella che è ormai diventata una consuetudine per catene di distribuzione al dettaglio e grandi aziende: l’apertura delle botteghe e dei punti vendita anche la domenica e nei giorni di feste civili o religiose. L’iniziativa, oltre ad aver raccolto l’adesione della maggior parte del personale impiegato all’interno di uno dei centri commerciali più grandi a livello proviciale, è stata accolta con entusiasmo anche dai numerosi clienti, che hanno aderito alla raccolta firme per esprimere la propria vicinanza a lavoratori del settore.


«La petizione - ha specificato Massimo Bertolli, promotore della petizione assieme a Yuri Bellotti e Zeno Taddei - rappresenta una netta presa di posizione nei confronti della legge introdotta da Mario Monti. Non siamo d’accordo sul fatto che i dipendenti debbano lavorare anche la domenica ed i giorni festivi, rinunciando di fatto alla possibilità di crearsi una vita privata. Essere costretti a recarsi sul posto di lavoro quando le altre persone sono a casa significa rinunciare alla famiglia ed ai propri cari».


Secondo i dipendenti che hanno promosso la sottoscrizione, supportata dalla Uil-tucs, domeniche e festivi sarebbero un’inutile spesa per i proprietari dei negozi, dato che gli acquisti delle giornate non giustificherebbero l’apertura straordinaria. Inoltre, la prassi creerebbe anche disparità tra gli stessi dipendenti, che, prendendosi la libertà di rinunciare allo straordinario (per legge i festivi sono facoltativi, a decisione del lavoratore), potrebbero rischiare il licenziamento.


«In un momento di crisi come questo - ha detto in merito Bellotti - le grandi catene di distribuzione, che spesso dispongono dei locali più ampi all’interno del centro commerciale e di un conseguente maggior potere decisionale, non si fanno tanti problemi a lasciare a casa un dipendente, soprattutto nell’attuale contesto di grave mancanza di lavoro. Di fatto, molti di noi sono ricattabili».


Un’altra ragione addotta per sostenere il congelamento del provvedimento di liberalizzazione riguarda i servizi a disposizione degli eventuali acquirenti: secondo i portavoce dei lavoratori, infatti, nei giorni di festa la clientela sarebbe limitata anche dalla mancanza di autobus e mezzi d trasporto urbani. Le 400 firme della petizione sono state raccolte nell’arco di una settimana all’interno dello stesso «Millennium Center» dagli impiegati e dai lavoratori dei punti vendita. Assieme a 180 sottoscrizioni da parte dei lavoratori, compresi alcuni datori e qualche commerciante privato, il documento è stato sostenuto da più di duecento clienti. «L’iniziativa - ha aggiunto Bertolli - ha trovato l’appoggio della maggior parte degli impiegati del Centro commerciale (pressapoco i tre quarti del totale) e di molte persone di passaggio. Abbiamo deciso di estendere la possibilità di firma anche alla clientela per comprendere quel’è il sentore tra la popolazione. Ci fa piacere constatare che molti clienti siano come noi contrari alle aperture domenicali». Nei prossimi, il documento, corredato delle firme, verra consegnato dagli esponenti sindacali all’amministrazione provinciale.

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