Evento / Penne nere

Gli alpini trentini all'Adunata di Vicenza: una ex scuola trasformata in alloggi in pochi giorni. Ma poi verrà rasa al suolo

Il presidente Frizzi: il quartier generale sarà “Casa Trento”, pronta a ospitare tremila delle ottomila penne nere nostrane. «Ci vivevano due senza tetto, li abbiamo foraggiati, ci hanno fatto da custodi»

LE FOTO Dal Trentino all'adunata del 2023
UDINE Dalla val di Non con il mulo Furia

di Fabrizio Franchi

TRENTO. In silenzio, com'è loro costume, decine di alpini trentini, da due settimane stanno lavorando per allestire "Casa Trento" che accoglierà tremila penne nere trentine in occasione della 95ª adunata nazionale a Vicenza. In totale si aspettano circa trecentomila alpini in sfilata, di cui circa ottomila saranno trentini. Al momento diverse squadre hanno lavorato a "Casa Trento" (in viale Trento: e non è una battuta) e oggi arriverà anche la Protezione civile trentina con le cucine da campo. Sarà una sorta di quartier generale trentino, insediato nell'ex istituto parificato Baronio, fallito tre anni e mezzo fa con un "buco" di 12 milioni di euro e poi abbandonato e che ora i trentini stanno sistemando.

L'edificio accoglierà 800 brande, mentre gli altri duemila alpini saranno sistemati nei campi di calcio della ex scuola in camper, roulotte e tende. Ma non si illuda chi pensa di poter trovare un rifugio: si entrerà solo se accreditati. Parola del presidente Ana di Trento, Paolo Frizzi che annuncia anche un progetto sul rispetto di genere per allontanare le polemiche sul presunto maschilismo degli alpini.

Frizzi, state lavorando sodo a "Casa Trento" a Vicenza…

«Siamo lì da due settimane ad allestire la residenza. Abbiamo cominciato a Pasqua, perché il lavoro da fare era tanto per rendere l'area usufruibile. È un ex scuola abbandonata. Ci sono due ettari e mezzo di terreno che abbiamo dissodato, dove ci andranno roulotte e camper, mentre in una parte dell'edificio, che useremo anche come deposito ci saranno 800 brande».

In ottantamila all'adunata di Udine, oltre 7.000 gli alpini trentini

Come ogni anno, penne nere trentine protagoniste all'adunata degli alpini. A Udine c'erano anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli e il presidente della Provincia Maurizio Fugatti

L'edificio è una scuola?

«Sì, era l'ex istituto Baronio, poi tre anni e mezzo fa la società proprietaria è fallita e l'edificio è stato vandalizzato, ridotto malissimo».

E come sempre gli alpini hanno sistemato…

«Sì, con una particolare attenzione ai due senzatetto che ci abitavano e che abbiamo foraggiato, li abbiamo lasciati in questi giorni anche per una temporanea guardiania delle nostre attrezzature. In queste ore poi la nostra Protezione civile scenderà a Vicenza per sistemare le cucine. Insomma, anche in questo caso sarà una "operazione Trentino"».

E che cosa resterà?

«Purtroppo nulla. La settimana dopo saranno disallestiti i trecento bagni chimici e le ruspe raderanno al suolo l'edificio perché la società che ha comperato è un fondo americano: ci farà un edificio, nascerà un centro convenzionato contro le ludopatie e i disturbi alimentari, il resto sarà edilizia abitativa. Ci hanno detto: fate quello che volete. Abbiamo dovuto riattivare l'acqua, pulire tutto, un grande lavoro. Da due settimane sono al lavoro squadre di 15-20 persone, e da oggi saranno una trentina perché ci sarà anche la protezione civile. Dovranno restare fino a domenica perché c'è da fare guardiania costante e l'area sarà accessibile previo accredito, con un braccialetto. Quelli dell'ultimo minuto cercheranno posto ovunque ma non potranno entrare. Lì ci saranno docce calde, abbiamo anche ripristinato la palestra, in una tensostruttura che era completamente disastrata e che accoglierà la gente per i pasti. Abbiamo lavorato di fino».

Quanta gente arriverà?

«A Casa Trento circa tremila, noi ne aspettiamo a Vicenza almeno 7 o 8 mila. Saranno tantissimi anche quelli che scenderanno domenica mattina. Arriveranno da Trento 14 pullman e poi Vicenza è vicina e accessibile. Io sarò lì da giovedì».

L'ordine di sfilata?

«Saremo dopo la sezione Alto Adige e il Friuli, sesto settore, penultimi, chiude Vicenza come organizzatrice. Sfileremo tra le 16 e le 17.30. Sono attesi i presidenti di Camera e Senato, ma non Mattarella, forse il presidente del consiglio Meloni e il ministro Crosetto».

Il tema per il futuro è sempre quello: come attirare i giovani senza più la leva?

«Ci siamo attrezzati con i campi scuola, un po' di proselitismo siamo riusciti a farlo, ma la "macchina" richiede tanto personale per andare avanti, ci serve gente, il problema del ricambio c'è. Se la scelta della politica è quella di mantenere questo status quo, vorrà dire che tra qualche anno saremo noi a dire: "non ce la facciamo più"».

Non è cosa poco, anche perché al di là dell'aspetto folkloristico che vediamo all'adunata, c'è tutto il lavoro silenzioso di aiuto degli alpini…

«La sfilata è la festa. Dopo aver lavorato un anno bisogna anche fare festa, fare comunità, ritrovare gli amici, ma per il resto dell'anno, noi non ci sottraiamo mai. Se andiamo a vedere gli ultimi dodici mesi, una riflessione dovrebbe essere fatta seriamente. La speranza è che quest'anno, anno di Trento capitale del volontariato, si faccia un ragionamento. È un problema non solo degli alpini, ma di tutto il volontariato».

Siete pronti alle polemiche contro gli alpini?

«L'augurio e l'invito è quello di venire a Vicenza e di divertirsi con la soddisfazione che regalano le belle adunate, sperando che non ci siano le polemiche degli anni passati. Abbiamo però dimostrato di essere più reattivi di quelli che tentavano di creare la polemica per creare ulteriori dissapori e minare la credibilità degli alpini».

Siete attrezzati dunque sulle accuse di genere?

«Per prevenirle abbiamo anche dato avvio a un progetto con la commissione Pari opportunità nazionale e anche a Trento abbiamo un ottimo rapporto: a breve avrete una sorpresa. Abbiamo pronta un'operazione per dimostrare che gli alpini hanno pieno rispetto del genere femminile - e ci mancherebbe - per cui le polemiche hanno fatto male, ma ci hanno anche dato lo spunto per fare bene. Mi chiedo però se devono sempre essere solo gli alpini nel mirino».

 

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