Ciclovia del Garda, stop in Lombardia: rischio frane, bici sul battello fra Gardone e Limone
Dopo la clamorosa svolta che blocca il progetto passerelle a sbalzo, nuovo appello dal Coordinamento interregionale: anche la Provincia di Trento e la Regione Veneto decidano di sospendere i lavori e di raccordarsi per la prosecuzione della navigazione dedicata ai ciclisti
RIVA Ciclovia, il comitato boccia anche le modifiche
PROVINCIA Consegnato il cantiere: tolti 300 metri di passerella a sbalzo
PROTESTA L'alternativa: fermare le bici allo Sperone
TRENTO - Il rischio idrogeologico delle falesie ha indotto la Regione Lombardia a rinunciare al terzo lotto della ciclovia del Garda, quello che avrebbe duvuto collegare con passerelle a sbalzo sul lungolago roccioso Gardone Riviera e Limone, in provincia di Brescia. della ciclovia del Garda non verrà costruito.
Una svolta che arriva a poche settimane dalla conferma, invece, che sul tratto affidato alla Provincia di Trento, da Limone in su, verso Riva, si procede con la ciclovia, malgrado le molte critiche.
Dopo la scelta lombarda, è arrivato un nuovo appello dal Coordinamento interregionale tutela del Garda, affinché anche gli altri territori optino per la soluzione via acqua nei tratti più delicati.
Il Coordinamento si rivolge espressamente alla Regione Veneto e alla Provincia autonoma di Trento affinché a loro volta decidano di sospendere i lavori e di raccordarsi già per la stagione 2025 per la prosecuzione della navigazione dedicata ai ciclisti in tutto l'Alto Garda.
Nella stessa nota stampa diffusa ieri, lo stesso Coordinamento, che raccoglie molte associazioni trentine, brewsciane e veronesi, «ringrazia tutti gli esponenti sia politici regionali che locali e le categorie economiche che hanno contribuito a questa svolta nella progettazione ed esprime la propria soddisfazione per l’accoglimento delle proposte avanzate anche da associazioni e comitati appartenenti al Coordinamento».
In Trentino, il Comitato salvaguardia lago, che fa parte del Coordinamento, già nei mesi scorsi aveva proposto, per il tratto in comune di Riva, di limitare l'impatto e il rischio ambientale valorizzando il tratto Casa Rossa-Sperone attraverso l'accesso alla Tagliata militare della Prima uerra mondiale della Ponale per cui è prevista nel progetto una apposita galleria pedonale, l'accesso pedonale al sentiero della Ponale tramite il "sentiero antico dell'acqua" che prosegue verso la valle di Ledro, la Defensionmauer e cima Capi; la rinaturalizzazione della spiaggia dello Sperone riportandola all'antica fruizione balneare, la eventuale realizzazione alla spiaggia dello Sperone di un semplice attracco per piccoli battelli elettrici per il trasporto delle bicicletta via acqua (rendendo non necessario arrivare al Porto del Ponale)».
Le criticità per cui si chiede di fermare l'opera sono ormai note: forte incompatibilità ambientale e paesaggistica, idrogeologica ai fini della sicurezza, economica dati i costi spropositati (nei quali non sono previsti i costi di manutenzione) a cui si aggiunge la violazione delle norme sulla sottoposizione di questo progetto impattante alla Via (Valutazione di Impatto Ambientale).