Fauna / Alto Garda

Orsi e lupi, i sindaci alzano la voce: «La gente ha paura, serve un piano di gestione»

Una lettera indirizzata alla Provincia di Trento e firmata dai primi cittadini del basso Trentino. Da Vigne e Varignano a Bolognano, le ultime scorribande di un plantigrado, passando al capriolo sbranato dai lupi al lago di Tenno. Animali sempre più vicini ai centri abitati 

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di Paolo Liserre

ALTO GARDA E LEDRO. Tre episodi in un mese, da metà giugno ad oggi: prima la "passeggiata" all'alba dalla rotatoria Omega verso via Venezia, Vigne e Varignano; poi l'apparizione sull'uscio di casa ad un ragazzino che stava rincasando nella zona di Bolognano; infine, ma in questo caso parliamo di lupo e non di orso, il ritrovamento di una carcassa di capriolo lungo la passeggiata che costeggia il lago di Tenno. E parliamo solo dei casi più eclatanti, quelli conosciuti e rimbalzati su media e canali social, con annessi e connessi.

Tre fatti di cronaca che uniti alla tragedia di Andrea Papi hanno creato preoccupazione e un po' di paura anche tra i residenti dell'Alto Garda e Ledro. Ora sull'argomento scendono in campo i sindaci: dalla conferenza di Comunità svoltasi ieri mattina è emersa la volontà di far sentire in maniera ufficiale la propria voce e chiedere alla giunta provinciale la predisposizione di «un vero e accurato piano di gestione dei grandi carnivori» in considerazione delle problematiche che stanno emergendo oggi con maggior forza rispetto al passato (le scorribande dell'orso nella zona di San Giovanni al Monte sono note da anni).

Una presa di posizione quasi unanime che oggi il presidente della Comunità di Valle e sindaco di Dro Claudio Mimiola metterà nero su bianco, condividerà coi colleghi primi cittadini e a stretto giro di posta invierà a Trento. «Il tema è sicuramente forte e non si può far finta che non esista - osserva il sindaco di Arco Alessandro Betta - Non può essere negato e nemmeno sottaciuto. È un problema, vissuto e sentito da tutta la comunità che ormai si sente limitata nella sua libertà di spostamento. Vi sono luoghi anche delle nostre montagne da sempre dedicati al tempo libero, alle passeggiate, che adesso vengono percepiti, legittimamente, come pericolosi. È necessario, indispensabile, che venga studiato e messo in campo un vero e approfondito piano di gestione dei grandi carnivori. Personalmente non ho la soluzione in tasca, saranno gli esperti a indicare come. Ma bisogna intervenire. Ce lo chiede la gente».

Il primo cittadino di Arco è sempre stato un appassionato di corsa, anche in montagna, ma oggi non ha problemi ad ammettere che «non lo faccio più, soprattutto in alcuni luoghi» (a cominciare dalla zona di Bolognano e del Velo). Un piano di gestione che «preveda anche l'abbattimento degli esemplari in eccesso» aggiunge il sindaco di Ledro Renato Girardi: «Oggi il sistema non funziona - afferma - Serve un piano di gestione dei grandi carnivori esattamente come si fa con altre specie animali. Vanno numerati, va predisposto un piano, va quantificata la possibilità di accoglienza entro un territorio e a cascata vanno assunte le decisioni conseguenti, compreso l'abbattimento degli esemplari in eccesso».

«Esattamente come si fa in tanti altri Paesi europei. Qui non si tratta di voler eliminare una specie, si tratta - prosegue Girardi - di avere i numeri adeguati per una corretta convivenza uomo-animale, tutelando anche quest'ultimo. L'auspicio è venga presto attivato un comitato tecnico-scientifico che possa predisporre un vero piano di gestione».

«Una gestione indispensabile - incalza il presidente della Comunità di Valle e sindaco di Dro Claudio Mimiola - Così come l'informazione nei confronti dei cittadini. Non servono proclami e parole vuote, chiediamo e vogliamo fatti concreti e su questo siamo tutti concordi».

«Ormai la situazione non è più ordinaria, è assolutamente straordinaria - aggiunge il primo cittadino di Tenno Giuliano Marocchi - E quindi serve un'azione straordinaria. Nessun vuole creare allarmismi ma ormai il problema ce l'abbiamo sulla porta di casa e la comunità, anche la mia comunità. è preoccupata. A mio avviso sono indispensabili due cose: un piano di gestione serio, senza demagogie o tifoserie da stadio, predisposto da un comitato scientifico, e celerità di interventi».

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