Garda / Il caso

Green pass e personale non vaccinato: ristoranti e alberghi in bilico

Dopo un'estate di pienone turistico, con la scadenza del 15 ottobre potrebbero mancare alcuni dipendenti che non rinnoveranno il contratto stagionale. L'analisi di alcuni dei protagonisti del settore

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RIVA DEL GARDA. Nell'Alto Garda e Ledro il mondo della ristorazione e quello alberghiero sono in pensiero, in attesa di capire cosa succederà il 15 ottobre quando i dipendenti, cameriere e camerieri, bariste e baristi, cuochi, commessi, tutti insomma, per accedere al posto di lavoro dovranno essere in possesso del lasciapassare governativo green pass.

«La preoccupazione c'è - dice Paolo Turrini, presidente dell'associazione Ristoratori Alto Garda e Ledro in seno a Confcommercio - perché per i dipendenti è già stata un'annata difficile e ora ci si mette anche questa. C'è chi ha paura del vaccino, chi vuole aspettare, chi attende il 31 dicembre... quindi, purtroppo, siamo sul chi va là. Del resto noi facciamo contratti fino a fine settembre e successivamente, in base al lavoro, prolunghiamo di mese in mese.

È ovvio che tanti decidano di mettersi in disoccupazione perché non vogliono i vaccini o comunque non vogliono farsi i tamponi ogni due giorni. Noto che per questo motivo ci sono anche ristoranti che anticipano la chiusura ed è un peccato perché con il Bikefestival del 15-17 ottobre a Riva, avere dei ristoranti chiusi non è il massimo. A livello provinciale il problema non è tanto sentito perché la stagione in montagna deve ancora partire ma nell'Alto Garda e Ledro ci sono delle criticità».

Sulla opportunità del Green pass Turrini non vuole intervenire: «Ma se il Green pass è una alternativa al chiudere allora è la cosa migliore da fare; io ho fiducia nelle istituzioni. Avrei preferito fosse obbligatorio come una volta quando c'era il libretto sanitario ma è un argomento molto ampio e va anche a toccare le libertà personali».

Quanto alla stagione, Turrini riferisce: «L'estate è andata molto bene».

Sull'inverno invece pesano delle incognite: «Perché verrà a mancare di sicuro il 20 o il 30% di clientela. Non c'è la normalità, finché non finiranno le mascherine, il distanziamento e il Green pass».L'atteso e contemporaneamente contestato green pass, è dunque al centro delle preoccupazioni: è ottenibile con le vaccinazioni antiCovid e durerà un anno, o con un tampone in farmacia della durata di 48 ore.

In ogni caso il governo ha deciso che da venerdì 15 ottobre per accedere al posto di lavoro occorra, in un modo o nell'altro, il lasciapassare.

«E riguarderà chi tra noi albergatori resterà aperto - dice Petra Mayr, presidente degli albergatori Asat - chi chiuderà tra dieci giorni non avrà problemi. Proporremo ai nostri associati un webinar per dare informazioni su come comportarsi.

Quanto alla scarsità di personale è un problema di tutta la stagione, al di là del Green pass, e c'è stato anche per l'artigianato, l'industria e il commercio».

Si riunito il comitato dei presidenti di Confcommercio e c'era anche il presidente della sezione Alto Garda e Ledro, Claudio Miorelli: «Abbiamo elaborato protocolli per i controlli per i dipendenti e avremo un incontro con l'assessora Segnana e per valutare con lei tutte le problematiche. No, non si è parlato di pagare il tampone ai dipendenti. Le nostre aziende sono già state penalizzate tanto, ora ci adeguiamo ai controlli; quello che non vorremmo è dover chiudere l'attività per molti sarebbe insostenibile».

Dal 15 al 17 ottobre ci sarà a Riva il «Bikefestival», saltato nel 2020 e spostato da maggio alla prossima settimana nel 2021: «Si entra con il Green pass ma è all'aperto come sempre - dice il presidente di Apt, Silvio Rigatti - e siamo abbastanza tranquilli; anche con i volontari siamo a posto.

Quanto agli albergatori c'è qualcuno che segnala che qualche dipendente è contrario ma si spera che escano i tamponi da 72 ore cosicché ne bastino due per settimana. L'importante è parlarsi e venirsi incontro».

«Qualche problema c'è - ammette Enzo Bassetti, presidente degli albergatori Unat - come dappertutto tantissimi hanno il Green pass ma ci sono anche diversi dipendenti che non vogliono i vaccini: o faranno i tamponi o resteranno a casa senza stipendio. Stiamo comunque parlando di numeri esigui».

Quanto alla stagione turistica appena trascorsa, Bassetti dice che «L'estate è andata molto bene con numeri nella media e superiori al 2019; poi mancano sempre tre mesi, marzo, aprile e maggio, e sono tre mesi persi».

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