"Orgogliosi di accogliere"

Sono parole cariche di umanità, coscienza ed orgoglio quelle di Romano Turrini, coordinatore della Caritas decanale arcense, che risponde con una pacata riflessione a chi considera un «brutto biglietto da visita» la presenza dei profughi anche nelle località turistiche come Riva o San Martino di Castrozza e la stessa Arco.
«Ad Arco, in strutture gestite dalla Coopeativa “Arcobaleno” e dalla “Fondazione Comunità Solidale” - scrive Turrini citando dati forniti da Chiara Dossi, presidente di “Arcobaleno” all’amministrazione comunale e alla stessa Caritas - sono accolti 37 profughi richiedenti asilo, in gran parte provenienti dall’Africa sub-sahariana. Ed allora mi sono chiesto: quale danno avranno ricevuto le strutture alberghiere della nostra città da questa presenza così ingombrante e sgradita? Non verranno più i climbers, gli sportivi o gli anziani in cerca di relax? E le tante cliniche per la riabilitazione e la lungodegenza registreranno un calo di ricoverati?
L’accoglienza di questi “poveri cristi” mi rende orgoglioso di essere arcense e mi auguro che Arco non tradisca mai questa sua vocazione che le ha consentito di accogliere, a suo tempo, i malati di TBC e i tanti sfuggiti a persecuzioni varie (ebrei, armeni, russi ecc.) così come ha accolto gli ospiti illustri del Kurort.
Non nego che questa accoglienza richieda impegno, pazienza e risorse; e soprattutto tanta disponibilità. Se nasceranno problemi occorrerà affrontarli, evitando però ingiuste generalizzazioni. È lungo l’elenco delle tante Associazioni locali che hanno fatto qualcosa (anche un piccolo gesto di solidarietà) per accogliere e integrare i fuggiti dalla loro patria - conclude Romano Turrini - e questo significa che siamo sulla strada giusta».

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