Arco, mozione di sfiducia al vicesindaco Bresciani

di Roberto Vivaldelli

Dal piano giudiziario alla discussione politica. L’inchiesta inerente l’ex Argentina - compendio «Olivenheim» - e il rilascio delle relative autorizzazioni in fase di realizzazione, torna prepotentemente al centro del dibattito attraverso la mozione di sfiducia presentata congiuntamente da una buona parte delle minoranze consiliari, nella quale si chiede al sindaco di ritirare le deleghe del vicesindaco Stefano Bresciani nell’eventualità in cui il gup accolga la richiesta di rinvio a giudizio confronti di quest’ultimo.

A sottoscriverla è il grande «ex» della maggioranza, Massimiliano Floriani («Laboratorio Civico), da poche settimane approdato all’opposizione, insieme a Giovanni Rullo e Lorenza Colò («Movimento Cinque Stelle) e Claudio Del Fabbro e Daniele Braus («Siamo Arco»). Da questa iniziativa si sono defilati invece Andrea Ravagni e Bruna Todeschi («Arco Futura» e «Arco per un comune virtuoso»).

«La questione riguardante l’edificio denominato Olivenheim (ex Argentina) - si legge nel documento presentato ieri - ha suscitato un  evidente malessere collettivo dei cittadini arcensi. Tanto da creare un comitato, slegato da  ogni forza politica, formato da persone provenienti da diverse realtà sociali, nonché da  liberi cittadini, che mirano alla salvaguardia dell’olivaia e del patrimonio naturalistico e  paesaggistico del nostro territorio. La magistratura ha quindi avviato una serie di indagini sull’iter che ha portato al rilascio delle concessioni riguardanti la realizzazione del compendio Olivenheim. Sono stati individuati - proseguono i consiglieri firmatari - come possibili attori di questa vicenda, dieci persone fra i dipendenti della struttura comunale, i componenti  dell’allora commissione edilizia e i proprietari dell’immobile. Ovviamente nessun consigliere comunale vuole sostituirsi alla giustizia. Tanto meno  nessuno intende dare un giudizio sulle azioni dei singoli che saranno eventualmente chiamati in sede giudiziaria a rispondere delle accuse ad essi rivolte, siano essi politici,  funzionari pubblici o privati».

Nelle scorse settimane, la Procura della Repubblica di Rovereto, tramite il pm Valerio Davico, ha inoltre depositato alla cancelleria del gup la richiesta di rinvio a giudizio a carico di tutti i dieci indagati nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolto, tra gli altri, proprio l’attuale vicesindaco Stefano Bresciani. «Quest’ultimo - attaccano le opposizioni - a tutt’oggi, non ha proferito parola rispetto ad una sua possibile responsabilità politica. Di conseguenza non ha fatto nessun riferimento a un’autosospensione dal delicato ruolo di amministrare pubblico, seconda figura di riferimento della città e facente funzioni in assenza del primo cittadino». La richiesta dei firmatari al sindaco Alessandro Betta è pertanto molto chiara: «A tutela del Comune di Arco si impegna il sindaco a ritirare la delega di vicesindaco e ogni delega ricoperta come assessore comunale a Stefano Bresciani, nell’eventualità in cui il gup accolga la richiesta di rinvio a giudizio».

Il sindaco Betta, dal canto suo, è pronto a respingere l’offensiva della minoranza: «E’ un’iniziativa che vuole anticipare i tempi della magistratura - osserva il primo cittadino - è un modo di far politica contro le persone, non vedo personalmente grandi contenuti in questa mozione. Semmai si tratta dell’ennesimo tentativo di scalfire l’unità della maggioranza e far emergere eventuali franchi tiratori. Finché avremo i numeri per governare lo faremo». La mozione verrà comunque discussa probabilmente a giugno e non durante le prossime sedute di consiglio in programma questo mese.

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