Val di Sole / Il tema

Katzemberger: «Trek&Bike, un progetto sostenibile. Vogliamo mantenere le caratteristiche della montagna»

Il vicepresidente dell’Apt spiega l'iniziativa per la valorizzazione dei percorsi per la bicicletta e le escursioni, escludendo che la valle diventi un "parco giochi". Sul tavolo la Bike Arena da Comemzzadura a Mezzana-Marilelva, nonché il Bike Park di Dimaro. «Ma lavoriao per l'impatto minore possibile e un taglio controllato degli alberi»

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VAL DI SOLE. La montagna chiama tutti, e sembra progressivamente trasformarsi in una versione di sé stessa meno austera, più accessibile e appetibile anche per chi tra le vette non è mai stato. Non si tratta necessariamente di uno stereotipato abbassamento delle capacità alpinistiche del turista medio; il ventaglio delle opzioni continua ad aprirsi di anno in anno e la montagna si arricchisce di possibilità sportive, enogastronomiche, culturali.

Un luogo polimorfo quale la Val di Sole offre un pacchetto per tutti i gusti. Dov’è possibile spaziare dall’alta quota agli alpeggi, dalle rapide del Noce ai laghi glaciali, i sentieri escursionistici o la mountain bike, l’Apt ha scelto di porre l’attenzione sulle attività Trek & Bike: con Asuc e Comuni si impegna nella manutenzione, valorizzazione e promozione a livello internazionale dei due prodotti più scelti dal turista.

“La Val di Sole deve allinearsi alle linee guida e considerare la linea strategica dettata da Trentino Marketing e provincia” dichiara Marco Katzemberger, vicepresidente dell’Apt: “Perché tra l’altro siamo anche bravi, premiati tra i migliori al mondo nella messa a terra del mondiale di Downhill”.

Katzemberger, da quale esigenza nasce questo progetto?

Non possiamo dedicare forze ed energie solo a una Coppa del Mondo, ma forti delle nostre competenze si vogliono creare grandi eventi e opportunità di fruizione del territorio non solo per il turista, ma anche per il residente.

Chi si occuperà della manutenzione dei sentieri e che tipo di operazioni saranno svolte?

Ogni anno va fatto un bando, pilotato dall’Apt, e viene scelta un’azienda che ne rispetta il profilo. Mantiene i sentieri e la segnaletica, soprattutto quelli per la bicicletta.

Le infrastrutture già esistenti saranno mantenute, per quelle nuove prevediamo un progetto studiato in modo da avere l’impatto più basso possibile sull’ambiente e con un taglio controllato di piante: la tracciatura è fatta con rispetto, con pensieri e logiche di sostenibilità che si usano oggi.

Quali nuove strutture sono previste?

C’è un tavolo strategico, che è work in progress con Trentino Marketing e tre comuni (Mezzana, Commezzadura e Dimaro Folgarida) per creare la Bike Arena, da Commezzadura che è sede dei mondiali fino a Mezzana-Marilleva.

E poi c’è il progetto del Bike Park di Dimaro chiamato ‘gravity logic’ a utilizzo turistico, per i non esperti che vogliono emulare gli sportivi e chi partecipa al mondiale; con professionisti canadesi abbiamo progettato una discesa dal Monte Spolverino al Malghet Aut, fino a Folgarida in collegamento con la Val Meledrio e Dimaro. Tutto in sicurezza, con tragitti classificati come le piste da sci ma sempre di stampo turistico.

Riprendendo il concetto di sostenibilità, quali criteri saranno presi in considerazione?

L’infrastruttura del Bike Park è legata agli impianti di risalita già in essere. La bicicletta è essa stessa un mezzo sostenibile. Poi, stiamo studiando con la comunità le questioni legate al risparmio energetico. Abbiamo una politica che non chiamo ‘green’, parola forte e di moda, ma nella quale tutto deve essere bilanciato nella logica della difesa ambientale: se riusciamo ad abbattere il concetto di over tourism spalmando da giugno a settembre le performance e dando sollievo alle aziende, sarebbe cosa giusta.

Perché il focus sulla bicicletta?

La bicicletta sta dimostrando di essere una leva importante con numeri a carattere mondiale: è uno strumento sostenibile, offre la possibilità di socializzare, ha tutte le caratteristiche sulle quali è giusto investire e sta a noi dare le regole giuste. Bisogna mettere a terra progetti davvero in difesa dell’ambiente e avere caratteri capaci di imporre conoscenza e professionalità, stando fuori dagli schemi di moda che nascono e muoiono.

Creando nuovi prodotti nell’ottica di promozione - e dunque, attrazione - turistica, non si rischia di trasformare la valle in un parco giochi estivo?

Questa è la vera sfida, io non ho la medicina in tasca. In questo i grandi carnivori stanno insegnando che bosco e cambiamento climatico non ti permettono di inseguire il concetto di ‘parco giochi’ sulle nostre montagne, tutto può essere identificato come sviluppo. La sfida è mantenere le caratteristiche della vera montagna e tornare al comportamento, l’atteggiamento, il vestirsi, l’educazione a tutto ciò che riguarda la montagna: si è perso lo zaino, si è perso lo scarpone, anche un neofita prima aveva un atteggiamento e un vestiario che portava a un livello di sicurezza, adesso il turista si presenta in modo aggressivo in questo senso e il professionista ha l’obbligo di educare alla consapevolezza.

Il Trentino negli anni, sia a carattere nazionale che internazionale, si è dimostrato capace di dare linee guida ed essere un punto di riferimento; noi siamo in grado di insegnare al resto del mondo, dobbiamo solo trovare il coraggio di farlo.

[foto credits: visittrentino.info]

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