Agricoltura / La stagione

Melinda, produzione buona ma in calo: da 420mila a 380mila tonnellate

Raccolta partita con le precoci Gala SweeTango. Grandine su 1.200 ettari. Il direttore Gerevini: “Referendum bio, ne restiamo fuori. Noi siamo passati da 70 a 300 ettari in 4 anni”

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di Giorgia Cardini

CLES. Le prime mele a essere staccate sono state quelle precoci: Gala e SweeTango. È partita così, sotto le insegne di un meteo più che favorevole (asciutto di giorno, fresco di notte), la nuova campagna dei 4 mila coltivatori che aderiscono a Melinda. A Prognos Fruit 2021, "salone" europeo dedicato alle previsioni della produzione di mele e pere, le cifre previste per la produzione 2021 hanno fatto drizzare i capelli a più di uno. Conferimento totale previsto nel continente: 11,7 milioni di tonnellate, rispetto ai 10,7 dell'anno scorso. Sembra un buon risultato, ma non lo è: un aumento dei conferimenti si traduce infatti nella necessità della Ue di esportare di più, con probabile calo dei prezzi e remunerazioni inferiore.
 

Il direttore di Melinda, Paolo Gerevini, si consola comunque - rispetto ai dati totali - considerando che, se soprattutto la Polonia avrà una produzione più elevata, «avrà anche molto più prodotto destinato all'industria». Per l'Italia, a differenza che per altri Paesi, la produzione sarà leggermente inferiore al 2020, stimata intorno ai 2,1 milioni di tonnellate. Melinda, che raggruppa 16 consorzi, prevede di assestarsi sulle 380 mila tonnellate, rispetto alle 420 mila del 2020.

«Per quanto ci riguarda - spiega il direttore - il conferimento sarà inferiore di circa il 10% per tutte le varietà, tranne forse per la Golden. La raccolta 2020 è stata eccezionale e abbiamo ancora mele di questa varietà da vendere fino a inizio ottobre, quando comincerà la campagna commerciale di quelle nuove, garantendo così la continuità sui mercati».

La produzione inferiore di quest'anno è dovuta a un'estate abbastanza problematica dal punto di vista delle grandinate, con circa 1.200 ettari intaccati dalla caduta di chicchi di ghiaccio: 300 pesantemente, 900 meno. «Ci saranno un po' più mele di seconda categoria, e un po' meno di prima - continua Gerevini -, ma la qualità della frutta è molto buona, grazie al clima favorevole di questo periodo». E proprio il fatto di avere un po' meno prodotto di"prima" potrebbe trasformarsi in un vantaggio sui mercati. In crescita invece sono le varietà "club": SweeTango, Enjoy, Morgana, Evelina e altre, perché in questi anni sono aumentati gli ettari coltivati. «Golden rimane comunque la regina delle mele, ma le Club soddisfano molto i consumatori e stanno prendendo spazio».

Iniziata la raccolta con Gala e SweeTango, più precoci, la Renetta partirà tra pochissimo.Quanto all'afflusso di manodopera, Gerevini spiega che «è cambiata un po' la provenienza geografica. Si fa fatica a intercettare polacchi, rumeni e raccoglitori dell'Est, nazionalità che storicamente venivano da noi: sia perché le loro economie sono cresciute, sia perché permane disparità di trattamento nelle normative europee. Un problema di cui abbiamo parlato recentemente col ministro Patuanelli, chiedendo al governo italiano che si muova per fare chiarezza e chiede un'armonizzazione delle normative».

Alla concorrenza, interna ed esterna alla Ue, e alle difficoltà di reperimento della manodopera, si aggiungono le pressioni (anche dei consumatori) per coltivazioni più rispettose dell'ambiente e per l'estensione del metodo biologico.

Che posizione ha Melinda, rispetto al referendum del 26 settembre che punta a incentivare la creazione di un biodistretto il più possibile esteso sul territorio provinciale? «Melinda - risponde il direttore - segue con attenzione tutti i tipi di dinamiche, e non sta facendo pressioni contro il referendum. Personalmente, sono stato uno dei promotori del biologico qui, e in 4 anni siamo passati da 70 a 300 ettari (nella foto, mele bio . Ma non credo che si possa arrivare al 50% di estensione e produzione». La frammentazione delle coltivazioni e le rese del biologico dicono questo, secondo Gerevini, che conclude: «Melinda in questi anni ha comunque cercato di realizzare dei piccoli distretti bio, aggregando 30-40 produttori alla volta. Si tratta di continuare su questa strada».

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