«Ronda» in auto per cacciare l'orso

Non sono bastate le ronde della famiglia Malandati di Caldes a tenere lontano l'orso dalla loro proprietà

di Andrea Bergamo

Hanno gridato con tutto il fiato che avevano in gola, ma il loro coraggio non è bastato a salvare l'asinella Milly dall'attacco di un orso. I Malanotti sono esasperati. In un recinto situato a pochi passi da castel Caldes allevano cinque pecore, quattro capre e tre asini. Lo fanno per godere della simpatia che esprimono questi animali e non certo per motivi economici. «Ora non sappiamo se proseguire l'attività. Opporsi alla forza dell'orso non avrebbe senso» confessa la signora Alexia, che l'altra sera ha atteso l'arrivo del grande carnivoro in auto, assieme al marito Giordano e alla figlia Beatrice di appena 12 anni.

Nella notte tra domenica e Ferragosto, la famiglia aveva perso un montone, predato dal plantigrado. «I forestali ci hanno confermato l'alta probabilità di un ritorno del predatore la notte successiva al primo attacco, così abbiamo deciso di rimanere sul posto» racconta la donna. Papà, mamma e figlioletta hanno dunque percorso avanti e indietro la strada che costeggia il campo, dove trovano spazio gli animali. Una sorta di «ronda» iniziata dopo il calare del sole e proseguita finché - poco prima di mezzanotte - è accaduto proprio ciò che si voleva impedire.

«Ci siamo assentati per tre, forse quattro minuti» riferisce la signora Alexia, che al termine dell'ennesimo giro di perlustrazione ha subito capito che l'orso era lì, a poche decine di metri. «Quando siamo scesi dall'auto abbiamo udito dei rumori insoliti, seguiti dal suono del campanello dell'asinella. Mi figlia ha lanciato un grido, mentre io chiamavo Milly, finché l'animale ferito non ci ha raggiunti. È stato terribile. Non abbiamo assistito alla scena a causa dell'oscurità, ma l'attacco è avvenuto a non più di 40 metri da dove ci trovavamo noi».

La giovane Beatrice è scoppiata in lacrime: «Non ha chiuso occhio in tutta la notte, e anch'io ammetto di aver pianto per la sorte toccata alla nostra asinella. Non è stato semplice spiegare alla piccola che questo è quanto avviene in natura. In fondo, l'orso fa l'orso. Ora siamo demoralizzati e un pizzico spaventati, non credo che ci presenteremo ancora nel campo di sera» sono le parole della donna. Allertati ieri mattina, i veterinari non sono riusciti a salvare l'asina, che è stata soppressa. «Si faceva coccolare dai tanti turisti in visita al castello, oltre che da noi. Da circa due anni era la nostra mascotte» commenta con voce triste la padrona.

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