Montagna / Il lutto

Un mese fa Salvaterra sui monti assieme a tre persone con disabilità per "Brenta Open"

L'alpinista vittima oggi, 18 agosto, della tragedia sul Campanile Basso aveva dato la propria adesione all'iniziativa nata per promuovere la fruibilità della montagna per tutti

LA TRAGEDIA Ermanno Salvaterra muore sul Campanile Alto

TRENTO. Poco più di un mese fa Ermanno Salvaterra, “l’uomo del Torre”, aveva contribuito con la sua presenza all'iniziativa “Brenta open”, che ha portato in parete alcune persone con disabilità partendo dal rifugio XII Apostoli, gestito fino al 2007 dall'alpinista e guida alpina scomparso nell'incidente di oggi, sul Campanile Alto.

Salvaterra aveva accompagnato tre testimonial: Nicolle Boroni (alpinista e influencer rendenera di Bocenago), Gianluigi Rosa (atleta paralimpico di hockey, di Lavis) e Kevin Ferrari (alpinista paralimpico di Puegnago del Garda, Salò).

Tre persone unite da una caratteristica, un’amputazione agli arti. “Brenta Open” è una “due giorni” (giunta alla nona edizione) lanciata da Simone Elmi, guida alpina di Molveno (supportata anche dall’Apt Madonna di Campiglio), con l’obiettivo di rendere le Dolomiti patrimonio dell’Umanità fruibili da tutti.

“Dolomiti Open”, l’associazione sportiva dilettantistica nata per stimolare e divulgare la cultura di uno sport accessibile e inclusivo, aspetta chi vuol venire. Perché si definisce «una grande famiglia che comprende guide alpine, giornalisti, sportivi, appassionati di montagna e persone attive nel mondo della cultura».

“Brenta Open”, quest'anno, era divisa in due gruppi, con gli atleti e gli organizzatori insieme alle guide alpine appositamente formate per l’accompagnamento di persone con disabilità, che hanno scalato la cima XII Apostoli (2.699 metri) e la cima d’Agola, un centinaio di metri più in basso.

L’iniziativa è stata poi raccontata al pubblico in dur incontri a Molveno, mentre il 24 agosto è in programma il terzo, a Pinzolo, in piazza Carera.

comments powered by Disqus