Campiglio, pronto il mega-bacino di Montagnoli per la neve artificiale

di Denise Rocca

Ha quasi raggiunto la sua massima capacità - 192mila metri cubi di volume - il bacino per l'innevamento programmato delle Funivie Madonna di Campiglio in località Pian dela Zedola, che viene già utilizzato per concludere l'innevamento del Grostè che aprirà agli sciatori sabato. 
Ai più è noto come il laghetto di Montagnoli, 340 metri di lunghezza per 120 di larghezza e 12 di altezza massima, realizzato sulle ceneri di un antico lago scomparso a poche centinaia di metri dall'omonimo rifugio sullo Spinale: discusso intervento che ha suscitato durante l'iter di approvazione diverse polemiche nella Comunità delle Regole di Spinale e Manez, proprietaria del territorio, nel Parco Adamello Brenta, che ha malvolentieri dato il proprio assenso, e la protesta di diversi gruppi di ambientalisti.
 
Oggi le foto del cantiere e del lago ultimato sono sulla homepage del sito delle funivie, e il direttore di Funivie Campiglio Francesco Bosco non ha dubbi: «Con molto orgoglio posso dire che si vede oggi un ambiente molto bello, con un lago che sembra naturale a tutti gli effetti ed è stato un ottimo inserimento ambientale. C'è stata grande cura nel realizzare questo lago e non credo proprio che abbiamo operato da vandali come venivamo descritti da chi alla vigilia criticava. Credo che alla luce del risultato finale, buona parte si sia ricreduto su un'opera che abbiamo realizzato ribadendo il concetto semplicissimo che senza ambiente è impossibile fare turismo, ed era per noi inoltre di fondamentale importanza». Importanza economico-strategica, s'intende: Campiglio dal punto di vista della capacità di innevamento era un po' la Cenerentola fra le località sciistiche di prestigio, spiegano i tecnici, con un bacino di 33mila metri cubi in grado di innevare il complesso di piste in un mese circa di temperature sotto lo zero.
 
Oggi, dopo un investimento complessivo di 10 milioni di euro (che comprende anche il potenziamento della rete per l'innevamento) - «interamente con risorse proprie, ci tengo a sottolinearlo a chi impropriamente ha parlato in passato di finanziamenti pubblici» evidenzia Bosco - bastano 5 giorni a -4°C e le piste sono innevate. Si è passati da 33mila metri cubi di acqua a 200mila, in grado di produrre i 600mila metri cubi di neve necessari ad innevare tutti i 160 ettari di piste in sole 120 ore di freddo. «Da Cenerentola all'avanguardia», conclude il direttore. E il futuro, grazie a Montagnoli? «Abbiamo già un flusso turistico importante, perché la società fattura sulle vendite di skipass circa 22 milioni di euro all'anno, quindi pensiamo come minimo di mantenere quel dato nonostante la crisi, ma anche di riuscire ad incrementarlo grazie alla garanzia di neve che siamo in grado di dare ora, un aspetto fondamentale per i tour operator che portano da noi turisti da tutti il mondo».

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