Turismo / Il caso

La signora non vedente con cane guida rifiutata dall'albergo, altre scuse dalla val di Fassa

Oltre alla presa di posizione dell'Apt dolomitica, l'intervento del consigliere provinciale ladino Luca Guglielmi: «Fatto deprecabile, non è questa la nostra accoglienza». La cooperativa sociale AbilNova: «Spiecevole episodio che riguarda una diffusa ignoranza e mancata conoscenza delle norme e delle esigenze specifiche di ciechi e ipovedenti»

IL CASO Non vedente rifiutata in un albergo in val di Fassa
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TRENTO. Arrivano altre reazioni sulla vicenda di una turista cieca non accettata perché al seguito, aveva un cane guida. Gli animali in quella struttura ricettiva della val di Fassa, a cui la signora si era rivolta per un breve soggiorno, non erano i benvenuti.

La vicenda, che coinvolto anche una onlus fiorentina, ha creato clamore, soprattutto in valle «dato che non rispecchia lo stile di accoglienza della località», come ha scritto l'Apt.

Ad esprimersi anche il consigliere provinciale ladino, Luca Guglielmi: «Nel deprecare atteggiamenti simili (laddove prima di tutto la legge pone chiari paletti ma soprattutto la sensibilità del singolo dovrebbe andare oltre a meri regolamenti interni) voglio far sentire alla signora interessata da tale spiacevole evento. Una vicinanza che, come ha detto il presidente dell'Apt Lorenz, è comune e collegiale in tutta la Comunità che ho l'onore e l'onere di rappresentare in Consiglio».

L'augurio è che la turista e il proprio cane «possano accogliere l'invito per apprezzare appieno la vera accoglienza in stile ladino - conclude Guglielmi - Sarà mia premura e piacere poterla incontrare per formalizzare di persona le scuse».

Dure le parole della cooperativa sociale AbilNova: «Questo episodio ha a che fare con una diffusa ignoranza e mancata conoscenza delle norme e delle esigenze specifiche di ciechi e ipovedenti», dichiara il responsabile Ferdinando Ceccato che sottolinea l'importanza della formazione e della sensibilizzazione per «una cultura positiva della disabilità».

Questo per «evitare che si ripetano episodi così spiacevoli come quello di Moena e come gli altri, purtroppo numerosi, nei quali la cooperativa negli anni è intervenuta per garantire i diritti delle persone con disabilità sensoriale».

Piena solidarietà alla donna: «Siamo sempre alla ricerca di nuovi sponsor - conclude il presidente Giuseppe Fratea - che sposino il valore di queste attività e ci supportino nel diffondere il più possibile la consapevolezza necessaria per costruire una società davvero in grado di essere abitata da chiunque».

Le scuse ufficiali, con tanto di «invito a tornare», sono arrivate dall'Azienda del turismo fassana, a nome del presidente Fausto Lorenz.La vicenda, che coinvolto anche una onlus fiorentina, ha creato clamore, soprattutto in valle «dato che non rispecchia lo stile di accoglienza della località». «La Val di Fassa - sostiene Lorenz - è nota da sempre per la sua ospitalità e per la sua sensibilità verso le persone disabili. Siamo rammaricati per quanto accaduto perché non rappresenta l'accoglienza che ci caratterizza e che prende le distanze da ogni forma di discriminazione.

A nome del territorio e degli operatori turistici ci scusiamo con la signora, protagonista assieme al suo cane guida Labrador, della vicenda e la invitiamo ufficialmente, quando desidera, a trascorrere un soggiorno in Val di Fassa a carico dell'Azienda per il Turismo. La ospiteremo volentieri in una delle nostre numerose migliori strutture, dove i proprietari di animali e i loro amici a quattro zampe sono benvenuti».  F. C.

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