Giustizia / Il caso

«Nostro figlio discriminato nell'hotel in Primiero»: finisce in tribunale il caso del ragazzo disabile, chiesto un risarcimento simbolico

La famiglia di Tommaso Pimpinelli chiede solo un euro all'albergo di San Martino di Castrozza, ma si aspetta un pronunciamento per riaffermare i diritti delle persone disabili. Fissata per il 4 marzo 2024 l'udienza del processo civile nelle aule di giustizia di Roma. La ministra Locatelli: migliorare le leggi e la sensibilizzazione

PRIMIERO «L'hotel voleva farci spostare perché mio figlio è disabile»
LA MAMMA «Mio figlio discriminato, chiederemo un risarcimento simbolico»
ALBERGO «Ci scusiamo con la famiglia, ma non c’era malafede»
GOVERNO La ministra Locatelli: accertamenti in corso

TRENTO. Fissata l'udienza riguardante il ricorso civile intentato dalla famiglia di Tommaso Pimpinelli, in seguito a una vicenda avvenuta lo scorso inverno in Primiero.

I genitori del ragazzo, 24 anni, disabile e cieco, avevano denunciato nel marzo scorso un fatto increscioso avvenuto in un hotel a quattro stelle di San Martino di Castrozza: la signora Cecilia Bonaccorsi e il marito Remo Pimpinelli spiegavano che durante il soggiorno con il figlio, l'albergo ha proposto alla famiglia romana di spostarsi per pranzare in una saletta con vetri oscurati, perché altri ospiti si erano lamentati perché infastiditi per la presenza del giovane.

Ora se ne discuterà in Tribunale: l'udienza del processo civile è stata fissata per il 4 marzo 2024, esattamente un anno dopo la diffusione della notizia sul caso nei media locali e nazionali.

«Chiederemo un euro di risarcimento: un euro soltanto, ma che varrà un milione se alla fine riusciremo a vincere la battaglia, in nome di mio figlio Tommaso e di tutti i disabili trattati in questo modo», aveva anticipato la mamma del giovane, che è anche la presidente dell'associazione Con i miei occhi, fondata da famiglie di utenti dell'Istituto Sant'Alessio di Roma, allo scopo di tutelare le persone disabili.

La stessa signora Bonaccorsi ha sottolineato che dall'albergo la famiglia ha ricevuto soltanto un email di scuse.

L'obiettivo della famiglia è riaffermare, anche tramite le aule giudiziarie, la inderogabile garanzia del diritto per una persona con disabilità a una vacanza come tutti gli altri.

Sulla vicenda e sul tema era intervenuta fin da subito la ministra per le disabilità, Alessandra Locatelli, che è tornata sulla questione proprio questa mattina, rispondendo a un’interrogazione alla Camera relativa al caso di Tommaso. «Per evitare episodi come questo - ha detto l'esponente del governo - è necessario intervenire su più fronti: dal punto di vista normativo, per migliorare leggi e garantire più risorse per l'accessibilità universale; dal punto di vista culturale, per la sensibilizzazione e l'induzione al cambio di prospettiva; e in collaborazione trasversale con tutti i livelli istituzionali e i diversi Ministeri, per una più ampia azione politica di attenzione e inclusione».

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