Soccorso / La gestione

Elicotteri, la sicurezza della piazzola di Cavalese affidata all’Elisicilia di Modica

Per varare la sperimentazione si è deciso di affidarsi a una società privata che curerà il presidio antincendio nei venti giorni di servizio in Val di Fiemme. La Provincia di Trento pensava di chiedere ai vigili del fuoco, ma è emersa l’insostenibilità di questa opzione. Stanziati così 44mila euro

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di Leonardo Pontalti

TRENTO. Per varare la sperimentazione legata alla presenza fissa dell'elicottero a Cavalese, la Provincia ha dovuto rivolgersi ai privati, spingendosi fino in Sicilia: sarà infatti la società Elisicilia di Modica, in provincia di Ragusa, a curare il servizio di assistenza antincendio alla piazzola dell'ospedale di Fiemme, obbligatorio per tutto il periodo in cui l'elisuperficie fiemmese sarà operativa come base di operazioni di volo esterna in aggiunta alla base principale sull'aeroporto di Trento.

L'aggiudicazione è arrivata il 10 luglio scorso tramite delibera firmata dalla dirigente del servizio antincendi Ilaria Lazzeri, tramite affidamento diretto sulla base della proposta avanzata dall'accountable manager del nucleo elicotteri della Provincia Daniele Gosetti. L'investimento, per garantire il servizio antincendi a Cavalese nelle venti giornate in cui sarà attiva la sperimentazione (29 e 30 luglio, 5-20 agosto, 26 e 27 agosto, dalle 8 alle 20), sarà di 44.000 euro, per la fornitura di due soccorritori aeroportuali attrezzati di Dpi, un mezzo antincendio H2 e gli estinguenti adeguati alle normativa vigenti. Una somma che andrà ad aggiungersi ai 135.000 euro già stanziati per adattare la piazzola di Cavalese alle temporanee esigenze di base dell'elicottero.

Ma perché ci si è dovuti rivolgere a privati per garantire il servizio? In realtà si tratta dell'ennesimo "inghippo" che i dirigenti e tecnici provinciali hanno dovuto affrontare per soddisfare le richieste arrivate dopo che nell'ottobre scorso il Consiglio provinciale aveva approvato la proposta avanzata dal consigliere Luca Guglielmi, per garantire la presenza di un elicottero a Cavalese affinché vengano ridotti (di 12 minuti, il tempo medio di percorrenza tra via Lidorno a Trento e l'ospedale fiemmese) i tempi di intervento dell'elicottero in caso di emergenza.

Un proposito lodevole certo, ma che la Provincia ha voluto si tramutasse in realtà a tutti i costi, nonostante ostacoli tecnici e di risorse. Inizialmente, ad esempio, la proposta era quella di portare l'elicottero "fisso" a Pozza, ma la piazzola non è equiparabile per le sue caratteristiche (vicinanza a centri abitati e così via) a una base, presupposto che l'Enac ritiene indispensabile per poter autorizzare una presenza fissa degli apparecchi. Si era così ripiegato su Cavalese, con l'idea di chiedere ai vigili del fuoco volontari della valle (dopo che già si era chiesta la medesima disponibilità a quelli fassani prima che l'ipotesi Pozza naufragasse) di curare il servizio antincendio.

Ma i volontari, pur generosi, hanno pur sempre le loro attività e il loro lavoro e non è stato possibile trovare le persone necessarie (due operatori per otto ore per venti giorni) a coprire le esigenze richieste. Si è così pensato anche alla soluzione dei permanenti. Apparsa ben presto non praticabile sempre per l'impossibilità di distaccare il personale necessario a Cavalese senza scoprire le altre esigenze del corpo. Dunque, alla fine, si è scelto di ricorrere ai privati e pagare.

Ora sarà importante valutare quanto inciderà la sperimentazione, perché se sarà un successo sarà comunque necessario investire ancora per confermarla: a settembre scade l'affitto dell'Aw139 che sostituisce quello schiantatosi in Brenta e gli elicotteri sanitari scenderanno dagli attuali quattro a tre (l'altro Aw139 e i due nuovi Airbus). E la piazzola di Cavalese ha ottenuto lo "status" di base dall'Enac solo temporaneamente. Insomma, il 29 scatterà il test, nato davvero sperimentando. A tutti i costi.

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