Dolomiti / Il dramma

Famiglia travolta da un’auto in Cadore, l'udienza di convalida dell'arresto di Angelika Hutter

Lunedì 10 luglio, il giudice deciderà se la turista tedesca deve restare in carcere dopo la tragedia nel Bellunese: è apparsa agli inquirenti come una persona “strana” e poco è ancora emerso sui suoi precedenti spostamenti in Italia. I funerali delle tre vittime si terranno in settimana
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BELLUNO. È prevista per domani, lunedì 10 luglio, l'udienza di convalida dell'arresto di Angelika Hutter, la 32enne tedesca fermata per omicidio stradale plurimo dopo aver investito e ucciso con l'auto, il 6 luglio a Santo Stefano di Cadore (Belluno), tre componenti di una stessa famiglia, Marco Antonello, 48 anni, il figlio Mattia di 2 anni (il prossimi 16 luglio) e la nonna materna Mariagrazia Zuin, di 65.

Non è stata ancora fissata la data di funerali che, probabilmente, si terranno la prossima settimana dopo che la procura darà il nulla osta e il via libera per il trasferimento delle salme nel veneziano.

Intanto proseguono gli accertamenti dei carabinieri del Reparto Operativo di Belluno, alla ricerca di ulteriori testimoni (poco prima c'era stato un funerale vicino al luogo dell'incidente) e di altri filmati di telecamere che potrebbero avere registrato gli attimi dell'arrivo dell'Audi della donna, oltre al video già in possesso agli inquirenti recuperato da un negozio di alimentari. Oltre a questo saranno determinanti la perizia del consulente sul telefonino dell'indagata per verificare se, mentre guidava, stesse chiamando qualcuno o fosse impegnata a scrivere un messaggio, e l'accertamento tecnico sulla reale velocità della vettura in quel tratto di strada dove il limite è di 50 kmh.

La certezza, ha detto un investigatore, è che l'Audi andava a velocità sostenuta , oltre i 70 kmh in quel tratto di rettilineo quando è piombata sul marciapiede falcidiando le tre vittime, prima di finire la folle corsa contro un palo dell' illuminazione. Segni di frenata non sarebbero stati riscontrati. E qui si aprirebbero varie ipotesi che vanno dalla distrazione o ad un gesto volontario. Ma su quest'ultimo punto la procura bellunese non azzarda alcun commento. La donna, che si trova ora rinchiusa nel carcere femminile della Giudecca, è apparsa agli inquirenti come una persona “strana” e poco è ancora emerso (parla solo tedesco e inglese) sui suoi precedenti spostamenti in Italia.

La sua presenza è stata fissata a Bolzano, a fine maggio, quando è stata denunciata per il possesso di oggetti atti a offendere (un martello) ritrovato nella sua auto, che pare sia intestata al padre. La vettura era diventata da tempo anche la sua casa, come dimostrano coperte, abiti e rimasugli di cibarie sparsi nell'abitacolo.

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