Scavo solo in salita, Maza-Nago ma senza la «talpa» da traforo

Ruspe e caterpillar in azione ora sul fronte naghese, più avanti su quello arcense, cioè all'imbocco a valle del tunnel all'altezza della discarica della Maza. Ma lo scavo della galleria non avverrà, come qualcuno immagina, con l'utilizzo di potente «talpe» da traforo. I mezzi meccanici saranno utilizzati per scavare i due ingressi del tunnel, poi si procederà con l'esplosivo, facendo brillare metro dopo metro la roccia e trasportando allesterno i detriti. Uno scavo che andrà in salita, nel senso che non si procederà contemporaneamente su entrambi i fronti, ma una volta realizzati ingressi e uscite del futuro tunnel, si lavorerà solo dalla Maza in su, vero passo San Giovanni. Dei 2791 metri del tunnel ben 2713 saranno scavati in roccia e terra, mentre i restani 78 metri saranno realizzati in galleria artificiale, proprio quella che vedremo ai due sbocchi.

Dettagli tecnici che sono stati illustrati giovedì mattina, in Comunità di valle, agli amministratori altogardesani direttamente dall'assessore provinciale Mauro Gilmozzi assieme al dirigente Raffaele De Col e al progettista Mario Monaco. Nell'incontro è stato illustrato il crono programma dell'opera, la bonifica integrale dell'ex discarica Maza e gli aggiornamenti relativi alla realizzazione della Ciclopista del Garda la cui progettazione esecutiva è prevista nel corso dell'estate.

«Il programma è stato pienamente rispettato - commenta il presidente della Comunità Mauro Malfer - e arriveremo al 2022 a chiudere il collegamento. Nel corso della riunione abbiamo ribadito inoltre il discorso della ciclovia del Garda, con l'avvio del primo lotto in ottobre, e fatto anche degli importanti ragionamenti sulla ferrovia». 

Nessun margine di intervento, quindi, sul progetto ormai acquisito, come invece chiedono ancora alcuni amministratori, preoccupati soprattutto per quelle tre corsie non separate che fanno temere per la sicurezza. 

«Mi auguro che il nuovo presidente della Provincia e il nuovo assessore ai lavori pubblici facciano immediatamente una variante in corso d'opera - scrive Mauro Ottobre, consigliere arcense ed ex onorevole - aggiungendo delle risorse che possano portare alla realizzazione di un tunnel che si possa definirsi tale. Quando ero consigliere provinciale, infatti, votavo sempre un bilancio con 250 milioni di euro per la realizzazione del collegamento Loppio-Busa. Ora, con soli 70 milioni, non si può pretendere granché. Anzi, forse nessuno ha capito che le ore e ore di coda che facciano quotidianamente su quel tratto di strada, le faremo successivamente all'interno del tunnel».

Opinione opposta da Luca Giuliani, consgliere provinciale autonomista. «Nonostante tutta la demagogia fatta, la Provincia ha rispettato gli impegni presi con i suoi elettori, la Loppio-Busa è iniziata. Un "parto" durato trent'anni ma che oggi finalmente ha visto la luce. Ci sarà pure chi dirà che è stato fatto per la campagna elettorale imminente e chi guferà affinché l'opera non arrivi alla fine ma, oggi, quello che conta sono i fatti concreti. 

Finora la Provincia, nonostante si dica della poca rappresentanza della nostra comunità, ha investito in questa legislatura molto di più che in tutte le altre comunità trentine. Non dobbiamo pensare che il ciclo degli investimenti nell'Alto Garda e Ledro sia finito, bisognerà pensare di introdurre nuovi sistemi di mobilità alternativa».

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