Guardia medica, "insensata" la soppressione di Ledro e Arco

«Insensato» il taglio della guardia medica di Ledro e di Arco. A definire così la doppia chiusura è uno che sa il fatto suo, non tanto perché è un politico e ambientalista noto, ma soprattutto perché Paolo Barbagli è stato guardia medica per 18 anni. Il taglio delle guardie mediche dell’Alto Garda e Ledro è un tema dibattuto quasi quanto quello della soppressione del punto nascita di Arco. Anche perché a farne le spese, è in particolare la valle di Ledro e la sua popolazione di circa 5.400 abitanti.

E Barbagli propone, se proprio non si volesse ripensare a questo passo «senza senso», perlomeno di ridurre i danni: «In caso si intenda mantenere il taglio dei 4 medici ledrensi allora meglio mantenere la sede presso l’ospedale di Arco, ampliando la zona di pertinenza a Tenno e Nago-Torbole (circa 6000 residenti in più facilmente raggiungibili anche da Arco, invece che come oggi da Riva), e accorpare la valle di Ledro alla sede di Riva. Sarebbe comunque un peggioramento dell’assistenza sanitaria sul territorio, ma minore di quello prospettato».

In ogni caso Barbagli stronca «il piano di riorganizzazione (leggasi “tagli”) delle guardie mediche nel Trentino» ad opera dell’assessore alla sanità Luca Zeni (Pd). «Perché - spiega - a fronte di un risparmio risibile nel mare magnum della spesa sanitaria, di 2,5 milioni di euro, pressoché tutti risparmiati tagliando gli stipendi di un medico su tre (50 su 150), vi sarà un sicuro aggravio del lavoro dei pronto soccorso ospedalieri. Che poi andranno necessariamente potenziati con un aggravio di spesa non quantificabile, oltre un sicuro scadimento dell’assistenza sanitaria primaria sul territorio, che è il primo riferimento sanitario del cittadino e il primo filtro all’accesso a strutture più costose. Poco senso hanno anche le giustificazioni dell’assessore (“queste figure non vanno consultate in caso di urgenza ed emergenza”), che denunciano una sostanziale ignoranza dello stesso sugli scopi e sul funzionamento della guardia medica».

Barbagli poi entra nel merito sulla «prevista ristrutturazione nell’Alto Garda, cioè l’eliminazione delle sedi di Arco e di Ledro, con il mantenimento della sola sede di Riva. Si passerebbe - dice - da tre sedi a una, e da 12 medici ad 8. Anche in questo caso si tratta di una riorganizzazione insensata. Si elimina una sede (Ledro) con un territorio molto vasto, lontano da ogni struttura ospedaliera, il cui unico “peccato” è essere sempre stata molto bene educata ad usufruire dei servizi sanitari solo in caso di effettiva necessità: solo questo significano infatti i “numeri” esibiti a giustificazione del taglio, ma in sanità i numeri contano solo fino ad un certo punto, e vanno sempre interpretati. Il “premio” alla educazione dei ledrensi sarebbe quindi il taglio? In quanto al “taglio” della sede di Arco, i cui “numeri” sono più o meno gli stessi di Riva, la giustificazione, questa volta, è che si tratterebbe di un doppione del pronto soccorso dell’ospedale. Asserzione palesemente falsa, perché le tipologie di utenti sono decisamente diverse. Inoltre, non vi sarà alcun risparmio, perché la sede della guardia medica di Arco, una stanza attualmente all’interno dell’ospedale di Arco, non rappresenta certo un costo».

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