Alto Adige / Ambiente

Effetti sulla salute dell'inquinamento da traffico lungo l'asse del Brennero: via libera all'indagine

Approvata all'unanimità dal consiglio provinciale di Bolzano la mozione proposta dal verde Dello Sbarba cui è stato aggiunto un emendamento Svp. L'esponente ecologista: "Sarà un evento importante per evidenziare i danni che il traffico provoca già oggi alla salute e poter poi motivare e decidere misure per tutelare le persone”

BOLZANO. La realizzazione di una "indagine sanitaria su inquinamento da traffico e salute, a cominciare dall'asse del Brennero" è l'obiettivo di una mozione del consigliere dei Verdi, Riccardo Dello Sbarba, emendata nella parte dispositiva che è stata co-firmata da Magdalena Amhof della Svp, approvata all'unanimità dal consiglio provinciale di Bolzano.

La mozione impegna la giunta provinciale "a rilevare e valutare, nell'ambito dell'Osservatorio salute della Provincia e sulla base degli strumenti di rilevazione giá esistenti e già destinati a tale uso, le conseguenze sulla salute dell'inquinamento atmosferico dovuto al traffico soprattutto lungo i principali assi viari". I risultati dello studio saranno presentati al consiglio provinciale.

“Riteniamo che la realizzazione e la presentazione di questo rapporto in Consiglio provinciale potrà diventare un evento importante per evidenziare i danni che il traffico provoca già oggi alla salute e poter poi motivare e decidere misure per tutelare la vita e la salute delle persone”, ha commentato Dello Sbarba. “La versione concordata tra Verdi e maggioranza è un primo passo nella giusta direzione”, ha aggiunto.

IL TESTO COMPLETO

 

L’inquinamento atmosferico è un problema cronico nelle città altoatesine e lungo i principali assi di transito. Particolarmente grave è la situazione di chi vive lungo l’asse del Brennero: l’A22 è la più grande causa di inquinamento del nostro territorio. Ma anche lungo gli assi dell’Adige fino a Bolzano e della Pusteria la situazione è a rischio. Nelle città che si trovano lungo queste rotte il rischio si concentra, si cumula con altri fattori e aumenta.

Anche la pandemia da Coronavirus ci ha insegnato quanto importante sia la salute delle persone e quanto questa dipenda dall’ambiente che ci circonda.

Uno studio dell’Università degli studi dell’Insubria di Varese (vedi: “Long-term exposure to air pollution and COVID-19 incidence: a prospective study of residents in the city of Varese, Northern Italy. Giovanni Veronesi, Sara De Matteis, Giuseppe Calori, Nicola Pepe, Marco M Ferrario – Occupational and Environmental Medicine, 2022”) ha dimostrato come ci siano forti correlazioni tra l’esposizione cronica ad elevati livelli di inquinamento atmo­sferico – e conseguente fragilità delle popolazioni – e l’aumento della sintomatologia da Covid 19. Per l’esposizione a 1μg/mc in più di PM2.5 (rispetto ai valori attualmente ritenuti cautelativi dal punto di vista della salute), si è notato un aumento del 5,1% in più del tasso di casi da Covid 19, pari a 294 casi aggiuntivi ogni 100mila persone/anno.

È ritenuto probabile che i livelli costantemente elevati di asma e cancro ai polmoni siano dovuti in gran parte al traffico. Già da anni i medici di medicina generale che operano sul nostro territorio, ad esempio in val d’Isarco, denunciano i problemi frequenti per la qualità della vita derivanti dal continuo inquinamento ambientale da traffico, come disturbi del sonno, mal di testa e dolori articolari, riduzione della concentrazione e delle prestazioni e allergie. Anche in Tirolo una serie di indagini condotte per conto del Land da medici ambientali ha dimostrato il legame tra inquinamento da traffico e danni alla salute e la consapevolezza che è derivata da tali studi sistematrici ha spinto le autorità a cercare soluzioni efficaci.

Anche nell’anno 2021, presentato dai dati della Provincia come migliore rispetto agli anni pre-Covid, le centraline di Bressanone (AB3) ed Egna (ML5) hanno registrato il superamento dei pur blandi limiti di legge per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), assai nocivo per la salute umana.

Il rapporto Legambiente del febbraio 2022, “Mal’Aria di città, quanto manca alle città italiane per diventare delle cleancities”, che ha analizzato i risultati delle 238 centraline per il monitoraggio dell’aria di 102 città capoluogo di provincia, mette Bolzano – città su cui convergono tutti gli assi di traffico – come decima tra le 13 città italiane più inquinate da biossido di azoto (NO2).

Sulle polveri sottili PM10 e PM 2,5 i dati, pur migliori, non rispettano assolutamente la nuova normativa più restrittiva che l’Unione Europea sta per introdurre, applicando non più gli attuali e molto annacquati limiti di legge, ma quelli previsti dall’OMS a tutela della salute.

È infatti in corso di revisione la Direttiva europea sulla qualità dell’aria. Una revisione che punta, in linea con il “Green Deal”, il piano di azione “Zero Pollution” e il pacchetto “Fit for 55”, alla riduzione dei limiti normativi sulla qualità dell’aria che nei prossimi anni andranno a convergere con quelli sugge­riti dall’OMS. Con la conseguenza che quelli che oggi sembrano limiti “troppo stringenti” ed “impossibili” da raggiungere, a breve diventeranno i valori da raggiungere anche da un punto di vista normativo e – conseguentemente – anche legale e vincolante da parte degli Stati membri.

Il cambiamento indotto dai nuovi limiti sarà drastico: per le PM10 si passa dagli attuali limiti di 40 mg/m3 a 15 mg/m3; per le PM2,5 da 25 mg/m3 a 5 mg/m3; per il biossido di azoto (NO2) da 40 mg/m3 a 10 mg/m3.  Per rispettare questi nuovi limiti, Bolzano dovrebbe ridurre in media del 17% le PM10, del 57% le PM2,5 e del 69% le emissioni di NO2.

Occorre dunque agire, ma per agire occorre una più precisa conoscenza delle correlazioni tra inquinamento e salute, anche nel nostro territorio. Un sistema di monitoraggio sanitario costante delle conseguenze delle emissioni da traffico sulla salute umana è al contempo il presupposto necessario per interventi urgenti di politica del traffico, ma anche lo strumento fondamentale per capire se tali interventi siano efficaci e come modularli nel tempo.

Per questo è importante avviare un monitoraggio sanitario della popolazione lungo le vie di transito, per capire concretamente e nel tempo quali siano le conseguenze dell’inquinamento sulla salute, sulla frequenza di malattie e cause di morte, sui disturbi e la qualità della vita delle persone nelle aree più interessate dall’inquinamento da traffico.

Tutto ciò considerato, il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale:

  1. A progettare da subito, anche insediando un gruppo di lavoro ad hoc composto da esperti ed esperte di medicina ambientale e di medici e mediche di medicina generale, un piano di rilevamento sanitario sistematico delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione che vive lungo i principali assi di traffico della provincia, a cominciare dall’asse del Brennero come progetto pilota sull’asse più inquinato.
  2. Dopo aver definito il suddetto piano di indagine sanitaria, ad attuarlo con un’indagine di medicina ambientale a lungo termine lungo le direttrici di transito maggiormente esposte ai rischi di inquinamento dell’aria, a cominciare proprio dall’asse del Brennero.
  3. A cercare su questo progetto di indagine sanitaria dell’impatto del traffico sulla salute umana forme più strette possibile di collaborazione con la Provincia di Trento e il Land Tirol, che come noi sono attraversate dall’autostrada del Brennero, il più inquinato asse viario dell’Euregio.

Bolzano, 23.02.2022

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

La mozione è stata approvata il 29/06/2022 nella versione emendata come segue:

La parte dispositiva è così sostituita: “A rilevare e valutare, nell’ambito dell’Osservatorio salute della Provincia e sulla base degli strumenti di rilevazione già esistenti e già destinati a tale uso, le conseguenze sulla salute dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico soprattutto lungo i principali assi viari. I risultati di questo studio vengono presentati alle consigliere e ai consiglieri in Consiglio provinciale.”

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