La truffa dei «salvagas», chiesto il rinvio a giudizio

È stata battezzata la truffa dei rilevatori del gas. Notizie di insistenti venditori di questi salatissimi marchingegni sono arrivate negli ultimi tempi un po' da tutto il Trentino. Ma se si tratta davvero di una truffa lo stabiliranno i giudici. La procura infatti ha chiesto il rinvio a giudizio di un venditore di rilevatori denunciato in Valsugana. Vendite di rilevatori, proposti soprattutto ad anziani, in passato sono state segnalate anche a Rovereto, Riva, Primiero e di recente in valle del Chiese

Gas, fornelli, impianto, metanoÈ stata battezzata la truffa dei rilevatori del gas. Notizie di insistenti venditori di questi salatissimi marchingegni sono arrivate negli ultimi tempi un po' da tutto il Trentino. Ma se si tratta davvero di una truffa lo stabiliranno i giudici. La procura infatti ha chiesto il rinvio a giudizio di un venditore di rilevatori denunciato in Valsugana.
 
L'imputazione contestata è speculare a numerose segnalazioni analoghe. L'imputato, un 22enne albanese residente a Desenzano, è accusato di truffa aggravata «perché con più azioni del medesimo disegno criminoso, con artifizi e raggiri, inducendo in errore (omissis), procurava a sè un ingiusto profitto con loro danno». Le vittime sono residenti a Novaledo. La procura contesta anche l'aggravante di «di aver profittato di circostanze di persona tali da ostacolare la privata difesa, in riferimento all'età avanzata e alla malattia mentale della (omissis), nonché alle condizioni di salute del (omissis)». 
 
L'imputato, agente di una ditta bresciana e incaricato della dimostrazione e vendita di apparecchi rilevatori di gas, si presentava presso l'abitazione della donna «dicendo che era necessario per ragioni di sicurezza  montare due apparecchi di rilevazione di gas, senza dare il tempo ai due potenziali clienti  - sostiene l'accusa - di opporsi all'acquisto e con forte insistenza otteneva il loro consenso, anche convincendoli che la legge imponeva l'installazione di tali apparecchi». 
 
Il giovane alla fine riusciva a montare i due apparecchi (appesi con un semplice chiodino in cucina), pur non essendo abilitato. In cambio otteneva da uno dei due pensionati un acconto di 20 euro e dall'altro l'intero importo in contanti pari a 249 euro. Pare che rilevatori di questo tipo si trovino in commercio per 30-50 euro. I fatti contestati risalgono all'8 gennaio del 2014. Già due giorni dopo partiva la prima delle due querele da parte dei pensionati che realizzavano di essere stati ingannati. Vendite di rilevatori, proposti soprattutto ad anziani, in passato sono state segnalate anche a Rovereto, Riva, Primiero e di recente in valle del Chiese.

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