Politica / Allarme

Tagli del governo alla sanità, il Trentino rischia 1,2 miliardi. Tonina rassicura: non ci saranno problemi

I soldi per le strutture verranno «stralciati» dal Pnrr? L’allarme delle Regioni con il presidente friulano Fedriga. Però da noi, per cominciare, alcuni lavori sono già partiti

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di Matteo Lunelli

TRENTO. «Pronti a usare ogni canale, compresa la Corte Costituzionale, per scongiurare tagli alla sanità». La dichiarazione del presidente del Friuli Massimiliano Fedriga, a nome delle Regioni, è rimbalzata ieri, creando non poche preoccupazioni.

La questione è legata alla misura del governo che prevede che per gli ospedali non si possano più utilizzare i fondi del Piano complementare al Pnrr ma i fondi dell'edilizia sanitaria cosiddetti ex articolo 20. E i soldi - in meno - sono decisamente parecchi: abrogando il titolo 1 comma 13 del dl Pnrr, infatti, scomparirebbero 1,2 miliardi di euro.

«Sto seguendo l'evolversi della situazione - commenta l'assessore alla sanità Mario Tonina -, e nelle ultime ore sono arrivate delle rassicurazioni da parte dei colleghi assessori di varie regioni. Certo va tenuta alta l'attenzione e lavoreremo per scongiurare ogni ipotesi negativa. Ma preoccuparsi adesso è prematuro, fermo restando che perdere quei finanziamenti sarebbe un peccato».

Ma di quali cifre stiamo parlando? In Trentino sono finanziati col Pnrr nel piano nazionale complementare circa 18 milioni di euro. Ma ci sono degli aspetti rassicuranti che potrebbero far sì che la nostra provincia non venga coinvolta dai tagli: i 5 interventi per la sicurezza sismica delle strutture ospedaliere sono, infatti, già partiti.

Lo conferma Debora Furlani, responsabile di procedimento per gli interventi strutturali del Pnrr e capo del Dipartimento infrastrutture dell'Azienda sanitaria, che nei giorni scorsi ha incontrato la direttrice dell'ufficio Patrimonio del Servizio sanitario nazionale Rita Romitelli proprio per verificare lo stato dell'arte dei lavori in provincia e nelle scorse ore ha letto la nota del Ministero riguardante proprio gli interventi il cui finanziamento passerà - in sostanza - dall'Europa allo Stato.

«La questione riguarda in Trentino cinque interventi: ospedale di Borgo, edificio Perusini a Pergine e tre a Rovereto, nel dettaglio il corpo F e G dell'ospedale e l'edificio Vannetti». E, come accennato, la buona notizia è che in tutti e cinque i casi non si tratta di interventi sulla carta, ma di iter già ben avviati. «A Borgo i lavori per il miglioramento sismico sono già partiti con Bertolini Ocea Impianti srl di Rovereto e Mak Costruzioni srl e ci sarà una variante in corso d'opera.

A Pergine i lavori sono già stati consegnati alla Inco mentre a Rovereto siamo in fase di sottoscrizione contrattuale.

Insomma, tutti e cinque gli interventi sono già in campo e la speranza è che più sono avanti meno possono essere assoggettati a revisione. La linea scelta negli scorsi anni è stata, quindi, decisamente opportuna».

Insomma: il rischio tagli, come dimostra la preoccupazione di Fedriga, c'è. Per il Trentino si parla di circa 18 milioni di euro, ma la speranza che il finanziamento (Statale e non più europeo) non venga meno è legata al fatto che da noi i lavori sono già partiti. E ora più spediti si procede, meglio sarà. Se poi il governo deciderà di tagliare fondi alla sanità - ma in questo periodo storico apparirebbe come un autogol politico non di poco conto - ci sarà ben poco da fare e il Trentino dovrà trovare altri canali di finanziamento. Ovvero mettere mano al portafoglio.

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