Sanità / Oculistica

Malattie oculari, Apss Trento è al passo con liste d’attesa e nuove tecnologie. Romanelli: «Novità per la cura dei tumori»

Crescono i problemi della vista legati all'invecchiamento della popolazione. La dirigente dell'unità operativa multizonale di Oculistica, illustra le risorse che l’Azienda sanitaria può mettere in campo

di Patrizia Todesco

TRENTO. Crescono i problemi della vista legati all'invecchiamento della popolazione, ma la dirigente dell'unità operativa multizonale di Oculistica Federica Romanelli assicura che al momento l'Azienda sanitaria trentina riesce a stare al passo con le richieste sia dal punto di vista delle liste d'attesa che per quanto riguarda le tecnologie. Anzi, a breve si profilano novità con il possibile utilizzo dei protoni anche per i tumori dell'occhio.

Dottoressa Romanelli, nei giorni scorsi Francesco Bandello, direttore di oculistica al S. Raffaele di Milano, dalle colonne del Sole 24 ore ha paventato il rischio che, con tariffe di rimborso troppo basse, l'oculistica faccia la fine dell'odontoiatria e esca dal servizio sanitario nazionale. A rischio sarebbero soprattutto gli interventi di cataratta. Questo problema esiste anche il Trentino?

Il nuovo tariffario, che riguarda anche gli interventi alla cataratta, è una scelta nazionale. Per il sistema sanitario trentino, però, non cambia nulla. Le cataratte dall'Apss continueranno ad essere erogate. Diversa la posizione delle strutture convenzionate, come Villa Bianca e San Camillo, strutture che potrebbero valutare se hanno ancora un vantaggio economico nell'erogare queste prestazioni.

Ma oggi sono più le cataratte effettuate dal privato convenzionato o quelle erogate dall'ospedale?

All'ospedale ne facciamo tante, quasi 6 mila all'anno, ma c'è sicuramente il supporto delle strutture convenzionate che ne fanno meno, ma ne fanno. Poi per sapere se questa prestazione, venendo retribuita meno, sarà meno appetibile per queste strutture, ci si dovrebbe rivolgere a loro. In Trentino noi abbiamo un servizio pubblico che risponde bene alle esigenze dei cittadini, ma ci sono regioni dove si avvalgono molto delle strutture convenzionate: se queste strutture non aiutassero più potrebbero aumentare enormemente le liste d'attesa. In Trentino, però, facendo molte prestazioni come Azienda sanitaria, nel caso in cui le strutture private dovessero decidere di farne meno, suppliremo noi facendone di più.

In Trentino quanto è l'attesa per un intervento di cataratta?

Attualmente varia da struttura a struttura, comunque per Villa Igea si va a settembre. Quindi è un'ottima tempistica considerato che nel circondario, per la cataratta, non si aspetta meno di un anno, sia in Veneto che in altre regioni.

Altro rischio del pubblico è legato alla difficoltà di stare al passo con le novità tecnologiche. L'Apss riesce a farlo?

Direi di sì, sulla tecnologia non ci sono particolari problemi. L'Apss ci tiene a rimanere sempre aggiornata anche se i tempi tecnici delle gare sono spesso lunghi e a volte la tecnologia è più veloce dei tempi previsti dalle procedure. Comunque in generale della tecnologia sono soddisfatta. L'aspetto più difficile di questo momento è legato al personale. Da noi le cose vanno ancora abbastanza bene, ma tra i giovani medici non tutti decidono per il pubblico, anzi spesso bypassano il pubblico e vanno direttamente a lavorare per il privato o privato convenzionato. Oggi i giovani professionisti hanno maggiore possibilità di scegliere e non c'è più il mito del posto fisso. Amano maggiormente cambiare e questo crea qualche problema perché c'è più turnover ed effettivamente il rischio è che optino per realtà più comode, che non dico sia sbagliato, ma il fatto è che si allontanano dalle situazioni più complesse. Anche nella mia realtà vedo giovani che ci tengono ad imparare a fare la cataratta o la chirurgia non particolarmente invasiva e non si approcciano ad interventi più complessi che rimangono appannaggio di poche persone.

L'aumento di richieste di prestazioni è legato a particolari patologie dell'occhio?

Sicuramente le patologie in aumento sono quelle legate all'anziano: soprattutto cataratta e maculopatie. Anche patologie che riguardano palpebre e annessi oculari.

La maculopatia, ad esempio, si cura sempre nella stessa maniera o ci sono nuove frontiere?

La maculopatia umida si cura con le iniezioni, ma la novità è che ci sono farmaci nuovi che ci permettono maggiore scelta nella terapia. Inoltre sono usciti sul mercato americano farmaci per quella secca, che è la più diffusa, ma non sono stati ancora approvati dall'Ema (agenzia europea per i medicinali, ndr). Ci sono inoltre novità in arrivo per la cura dei tumori oculari. Essendo arrivata l'Università di medicina, stiamo collaborando con il Cibio, con Fbk e c'è la possibilità a breve di utilizzare i protoni per le terapie oncologiche dell'occhio con l'arrivo del nuovo professore al Centro di Protonterapia di Trento. Qualche anno fa avevamo iniziato a vedere se si poteva fare, ma il Covid aveva bloccato tutto. Ora si è ripartiti. Il tumore più frequente all'occhio è il melanoma, con circa 500 casi in Italia all'anno. Poi ci sono le metastasi e tumori meno noti, ma la Protonterapia oggi non si fa in tanti posti e Trento potrebbe diventare punto di riferimento per altri a livello nazionale e anche per l'estero.

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