Salute / Indagine

Livelli essenziali di assistenza: il Trentino si colloca al terzo posto in Italia, ma la sanità pubblica soffre

L'analisi della Fondazione Gimbe, effettuata in occasione del 45° anniversario dell'istituzione del Servizio sanitario nazionale: i dati del 2021, nel punteggio totale, vedono la provincia (268,4) alle spalle soltanto di Emilia Romagna (281,2) e Toscana (274,5). Cartabellotta: per la sanità pubblica anniversario amaro, tra sottofinanziamento, depotenziamento e fuga di personale

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TRENTO. La provincia di Trento nel 2021 è risultata al terzo posto a livello nazionale per gli adempimenti sui Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) eroga gratuitamente o tramite il pagamento di un ticket. Lo riporta l'analisi della Fondazione Gimbe effettuata in occasione del 45° anniversario dell'istituzione del Ssn.

L'indagine - si apprende - riguarda anche il sotto-finanziamento della sanità pubblica, la carenza di personale, le diseguaglianze regionali, la migrazione sanitaria, gli sprechi, le inefficienze e l'espansione del privato accreditato.

In particolare, in Trentino si rileva un saldo positivo della mobilità sanitaria regionale, pari a 1,4 milioni euro, mentre il punteggio totale degli adempimenti relativo ai Lea è di 268,4 (a fronte di un punteggio massimo di 300), al terzo posto dopo Emilia Romagna (281,2) e Toscana (274,5).

Secondo l'analisi, la provincia di Trento è inoltre adempiente secondo il Nuovo sistema di garanzia (Nsg).

In Alto Adige si è registrato un saldo positivo della mobilità sanitaria regionale, pari a 400.000 euro, mentre il punteggio totale degli adempimenti relativi ai Lea è di 200,8, al 15° posto a livello nazionale. La provincia di Bolzano è inoltre risultata inadempiente secondo il Nuovo sistema di garanzia.

Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) il 23 dicembre compie 45 anni, ma sarà una festa di compleanno 'amara', "tra sotto-finanziamento, carenza di personale, diseguaglianze, ma anche sprechi e inefficienze, con il privato che avanza. E con la mannaia dell'autonomia differenziata che prende sul festeggiato'". Lo sottolinea il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che lancia la rete civica #salviamoSSN e chiede al presidente della Repubblica Sergio Mattarella un logo per il Ssn. "Purtroppo il prossimo 23 dicembre - spiega Cartabellotta - il Ssn non spegnerà 45 candeline in un clima festoso, sotto il segno dell'universalità, dell'uguaglianza, dell'equità, i suoi princìpi fondanti sono ormai ampiamente traditi.

Perché la vita quotidiana delle persone, in particolare quelle meno abbienti, è sempre più condizionata dalla mancata esigibilità di un diritto fondamentale, quello alla tutela della salute: interminabili tempi di attesa per una prestazione sanitaria o una visita specialistica, necessità di ricorrere alla spesa privata sino all'impoverimento delle famiglie e alla rinuncia alle cure, pronto soccorso affollatissimi, impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia vicino casa, enormi diseguaglianze regionali e locali sino alla migrazione sanitaria".

In occasione della ricorrenza, per evitare di trovarsi a "21 sistemi sanitari regionali basati sulle regole del libero mercato", la Fondazione si impegna in due iniziative per rilanciarlo. La prima è la rete civica #SalviamoSSN con sezioni regionali. Sarà popolata di ambassador, impegnati nel promuovere attivamente la campagna a livello locale, e da cittadini che aderiranno alla causa. Anche le organizzazioni pubbliche e private potranno sostenere attivamente la campagna. La seconda misura, chiesta a Mattarella, è "di istituire un logo ufficiale per il Ssn. L'obiettivo è legittimare con un simbolo l'esistenza del Servizio sanitario nazionale quale pilastro univoco di civiltà e democrazia, confermando a tutte le persone che la tutela della salute rimane un diritto costituzionale garantito dalla Repubblica".

Cartabellotta denuncia i tanti problemi del Ssn. "Negli ultimi 15 anni - ricorda - tutti i Governi, di ogni colore, hanno tagliato risorse o non finanziato adeguatamente il Ssn sino a portare il nostro Paese ad essere in Europa "primo tra i paesi poveri" in termini di spesa sanitaria pubblica pro-capite", con un gap rispetto agli altri Paesi europei che nel periodo 2010-2022 vale 333 miliardi di euro.

"A pagare le spese del progressivo definanziamento - spiega Cartabellotta - è stato soprattutto il personale sanitario", tanto che oggi "si moltiplicano pensionamenti anticipati, licenziamenti volontari, fughe verso il privato o all'estero. Il capitale umano che crede nel Ssn oggi è costretto ad alzare la voce con ripetuti scioperi, per chiedere disperatamente di rilanciare le politiche del personale sanitario". E a fronte di un Ssn nato sotto il segno dell'equità, "ci troviamo oggi con 21 servizi sanitari profondamente diseguali, con una vera e propria 'frattura strutturale tra Nord e Sud, con i residenti nelle regioni meridionali a cui non sono garantiti nemmeno i livelli essenziali di assistenza.

"E su questa frattura - chiosa il Presidente - pende la mannaia dell'autonomia differenziata, che senza definire e finanziare i Livelli Essenziali delle Prestazioni, non potrà che amplificare le diseguaglianze, legittimando normativamente il divario Nord-Sud e violando il principio di uguaglianza nel diritto alla tutela della salute e assestando il colpo di grazia al Ssn".

Questa frattura tra Nord e Sud, ricorda Cartabellotta, causa il triste fenomeno della migrazione sanitaria, che vale 4,24 miliardi. Il presidente della Fondazione Gimbe punta infine il dito sugli sprechi e inefficienze e sull'espansione del privato accreditato. "Per recuperare gli sprechi - sostiene - servono la visione di un nuovo Ssn e coraggiose riforme sulle modalità di finanziamento, riparto delle risorse, programmazione, organizzazione e integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari".

È necessario - conclude - un patto sociale e politico che, prescindendo da ideologie partitiche e avvicendamenti di Governi, riconosca nel Ssn un pilastro della nostra democrazia, una conquista irrinunciabile e una grande leva per lo sviluppo economico del Paese". (ANSA). NAN

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