Salute / La novità

È nata anche in Trentino la Rete oncologica, un nuovo supporto per i pazienti

Il coordinatore è il direttore dell'unità operativa di oncologia medica, Orazio Caffo. Entro fine anno aprirà un punto di accesso sperimentale che renderà più agevole ottenere informazioni, accedere per una prima valutazione e la presa in carico. Fra gli obiettivi anche ridurre la percentuale di malati che si rivolgono fuori provincia

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di Patrizia Todesco

TRENTO. Mettere in piedi un'organizzazione che ponga il paziente oncologico al centro, che faciliti l'accesso ai servizi, che assicuri la migliore qualità e appropriatezza delle cure. Con questi obiettivi è nata anche in Trentino la Rete oncologica.

Coordinatore è stato nominato il direttore dell'unità operativa di oncologia medica, Orazio Caffo.

«Tra le novità - sottolinea Emanuele Torri, direttore Servizio governance clinica - vi è l'apertura entro la fine dell'anno di un punto di accesso sperimentale che renderà più agevole per i pazienti ottenere informazioni, accedere per una prima valutazione e per la presa in carico».

«Fino ad ora esisteva una rete di oncologia medica - spiega Caffo - mentre ora si vuole creare una rete oncologica più organica che comprenda anche l'oncoematologia e l'oncologia pediatrica. Una rete che consenta di mettere in rete tutti i percorsi. Oggi molti Pdta (percorsi diagnostico terapeutici assistenziali) già ci sono, ma manca un coordinamento unico di tutte le attività».

Con la rete si vuole migliorare l'organizzazione, renderla più efficiente, regolare i consulti multidisciplinari che devono essere garantiti a tutti e non nel 75% dei casi come avviene oggi. «In questo modo - spiega Caffo - si vuole anche ridurre la percentuale di pazienti che si rivolgono fuori provincia per le cure».

La rete, sempre per rendere più efficiente il sistema, punta anche ad ottimizzare le prescrizioni e a fare in modo che non accada quello che spesso succede oggi, ossia che i pazienti non riescano ad effettuare gli accertamenti radiologici prescritti prima del consulto con lo specialista.

Attualmente numeri ufficiali recenti sui trentini affetti da tumori non sono disponibili.

«Gli ultimi sono quelli del registro tumori e si riferiscono al 2017, in quanto prima di essere classificati come tali i casi necessitano di lunghe verifiche. In ogni caso ogni anno sono circa 3 mila.

«Ma il problema non sono tanto i numeri dei nuovi casi - spiega Caffo - quanto piuttosto l'elevato numero di pazienti oncologi cronici. Oggi le terapie permettono ai pazienti di vivere a lungo. Noi li seguiamo per molto tempo e offriamo loro terapie complesse. Ci sono terapie, come quelle immunologiche, che hanno rappresentato una svolta epocale per un quarto dei tumori. Soprattutto per certi tipi di melanomi e tumori al polmone, hanno permesso di raggiungere livelli di sopravvivenza che rasentano la guarigione».

Oggi sempre più pazienti chiedono risposte rapide, certe e da professionisti competenti. Il rischio, altrimenti, è avere un elevato mobilità come accade per certi ambiti.

«Certe fughe sono però davvero ingiustificate - sottolinea Caffo - in quanto la risposta che possiamo offrire noi in Provincia di Trento sono le stesse che possono dare i centri più grandi. Con la rete sarà ulteriormente incentivata la ricerca. La differenza si può avere solo in fasi molto avanzate del tumore laddove sono in atto dei protocolli sperimentali, ma nella stragrande maggioranza dei casi i Pdta costantemente aggiornati garantiscono la miglior risposta assistenziale possibile.

Altro aspetto importante che dobbiamo costruire è invece quello della "second opinion" presso centri con una casistica maggiore per i casi più complessi e rari».

La richiesta di una "second opinion" rappresenta infatti un importante elemento nella scelta del percorso clinico da seguire. Anziché lasciare che siano i pazienti a vagare di specialista in specialista cercando opinioni diverse, la rete crea dei percorsi organizzati anche per chi ha meno possibilità di girare.Il documento approvato dal direttore generale prevede, tra le varie cose, anche l'istituzione di una Commissione provinciale della Rete oncologico trentina che sarà composta da professionisti d'esperienza nel trattamento delle neoplasie solide ed ematologiche e anche da rappresentanti di pazienti e cittadini.

Questa commissione avrà il compito di individuare strategie e linee operative, promuovere l'implementazione degli standard organizzativi, informare i cittadini circa le attività e le opportunità offerte dalla rete e garantire il coordinamento con la rete funzionale di tumori rari.

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