Sanità / La denuncia

Al Santa Chiara chirurgia pediatrica chiusa nei weekend: i piccoli trasferiti (con i letti) in pediatria

A rendere noto il disagio una mamma che ha avuto la figlia ricoverata per un’appendicite. Il primario: «È così da tempo, mancano infermieri». Solo durante l’epidemia di virus intestinali e respiratori i due reparti erano rimasti aperti. Dalla metà di marzo sono ripresi gli spostamenti

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di Patrizia Todesco

TRENTO. La segnalazione è arrivata, tramite Facebook, da una mamma che nei giorni scorsi ha avuto la figlia ricoverata nel reparto di chirurgia pediatrica del S. Chiara e che ha evidenziato tutto il suo disagio per il fatto che, a causa della carenza di personale infermieristico, il reparto chiude nel fine settimane con i pazienti allettati che vengono spostati al piano inferiore nel reparto di pediatria.

«Allora in primis i miei complimenti a tutto il personale dalle infermiere oss e medici - scrive il genitore - Mia figlia è stata operata di appendicite di venerdì e qui nasce il problema. Il reparto di chirurgia pediatrica chiude per il weekend per mancanza di personale, allora tutti gli operati vengono spostati in pediatria dove comunque c'è di tutto: influenze, virus. Dopo aver affrontato un'operazione l'ultima cosa di cui hai voglia è essere spostato, anche se con il letto. Ti portano giù al piano di sotto, comunque sbattono con il letto, i saltelli dell'ascensore. Fa tutto male, le Oss poverine si spostano tutti i letti ed è assurdo, è una cosa veramente pesante per tutti».

Il primario del reparto di chirurgia pediatrica Enrico Ciardini non nasconde che il problema esiste, che è stato affrontato in più riunioni in Azienda sanitaria, ma che al momento - a causa della carenza di infermieri - non sembrano esserci altre possibilità. «É una soluzione organizzativa adottata fin da prima del Covid. In alcuni periodi è stata ripristinata l'apertura di entrambe i reparti nel fine settimana, ma quasi sempre c'è la chiusura della chirurgia pediatrica nel fine settimana. Quest'anno, ad esempio, durante l'inverno il nostro reparto è rimasto aperto a causa dell'elevato numero di virus influenzali e respiratori che avevano portato numerosi ricoveri in pediatria. Da metà marzo circa, però, si è tornati alla chiusura».

Sono gli oss e gli infermieri che ogni venerdì sera si occupano di trasportare i letti con i pazienti dal reparto di chirurgia pediatria al piano inferiore. Il numero varia da settimana a settimana. «Possono essere 2 come cinque, dipende». Sul fatto che questo comporti un disagio il primario non ha dubbi. «Sappiamo perfettamente che non è ottimale questa soluzione, che è un disagio sia per i pazienti che per il personale, ma purtroppo la carenza di infermieri non ci permette di tenere aperto. I pazienti sono comunque seguiti dai medici del reparto che nel fine settimana scendono a pediatria». Il problema è che in chirugia pediatrica sono ricoverati anche pazienti che subiscono interventi complessi, che hanno bisogno di essere attaccati ad apparecchiature e per i quali il trasferimento comporta un certo disagio.

«Abbiamo ben presente il problema e speriamo che possa risolversi», conclude il primario. Un auspicio anche alla luce del fatto che il reparto di Trento punta ad attirare pazienti anche da fuori Provincia e che ha siglato un accordo con Bolzano per diventare centro di specializzazione a valenza regionale. Il fatto che i piccoli pazienti debbano "traslocare" nel fine settimana non è un buon biglietto da visita e si spera è che i nuovi innesti di personale infermieristico che dovrebbero arrivare dopo il concorso in corso possano portare ad una soluzione del problema in tempi rapidi.

Altra cosa che la mamma della giovane paziente lamentava, è stato il fatto che non ha potuto condividere l'angoscia delle ore dell'intervento con il marito in quanto non era possibile che nessuno accedesse al reparto oltre a lei. «Le ore dell'operazione da sola erano infinite, l'emergenza Covid è finita, e io sono stata da sola per tre giorni. Lui mi ha potuto solo portare i cambi, è entrato un attimo e io sono dovuta uscire», racconta. La mamma avrebbe gradito un po' più di elasticità anche se su questo sono in molti a ritenere la regola giusta per evitare che i corridoi e le stanze dell'ospedale si riempiono di parenti o amici mentre invece i pazienti hanno bisogno di tranquillità e soprattutto di stare lontani da possibili virus che potrebbero allungare i tempi del ricovero ma anche comportare gravi conseguenze.

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