Taglio alle liste d'attesa, più soldi alle strutture private trentine: quasi la metà per servizi di radiologia
Oltre un milione e 200 mila euro è legato ai fondi che il ministero ha destinato al piano di recupero delle code accumulate nella pandemia. Le realtà convenzionate sono chiamate a dare un contributo fondamentale per rispondere alle esigenze crescenti dei cittadini
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TRENTO. L'aumento di domanda legata agli arretrati degli anni del Covid che hanno frenato accertamenti e controlli, nonché la carenza di professionisti che ha in parte rallentato la possibilità di recupero delle liste d'attesa, ha reso necessario che il pubblico chiedesse, in questa delicata fase, una mano al privato.
Ecco quindi che i budget delle strutture sanitarie accreditate sono aumentati di oltre 2 milioni in un anno. Ovviamente questo è il "convenzionato" perché poi c'è tutta il lavoro di visite ed esami privati che le varie strutture gestiscono in autonomia.
Numeri prenotazioni al Cup. Nel 2022 il numero di prenotazioni attraverso il Cup è tornato ai livelli prepandemia, anche se con numeri di poco inferiori ai dati 2018 e 2019 quando era stato superato il milione e 300 mila prenotazioni (esattamente 1.337.290 nel 2018 e 1.375.284 nel 2019).
Le prenotazioni totali dello scorso anno sono state 1.295.981 e di queste 1.173.009 per prestazioni in regime istituzionale e 122.972 per visite od esami in libera professione. Questo ultimo dato è il più alto degli ultimi sei anni. Solo nel 2016 si era arrivati a 140.342. Questo ovviamente per quanto riguarda la libera professione intramoenia effettuata tra le mura delle strutture dell'Azienda sanitaria. Quanto il ricorso a specialisti privati sia aumentato per superare il problema delle liste d'attesa è un dato che hanno solo le singole strutture private e i singoli professionisti.
Budget 2022 assegnati alle strutture accreditate. Nel dicembre 2021 la Provincia ha deliberato sul finanziamento delle funzioni e attività del servizio sanitario provinciale per il triennio 2022-2023 e stabilito il finanziamento per l'assistenza specialistica delle strutture accreditate (quindi visite ed esami, non ricoveri e interventi) nonché il recepimento dei contenuti dell'intesa 2022-2023. Questo ha poi portato l'Azienda sanitaria a sottoscrivere, con le diverse realtà, dei contratti.
Ai finanziamenti si sono aggiunti gli aiuti statali messi a disposizione dal Ministero della Salute per abbattere le liste d'attesa e che hanno interessato appunto anche i privati.
Tecnomed e Centro sanitario Trento sono le due realtà che, stando ai contratti, hanno registrato l'aumento maggiore di lavoro, ma questo soprattutto per i fondi statali messi a disposizione dei privati dall'Apss per aiutare a tagliare le liste d'attesa.
A Tecnomed, che gestisce visite ed esami nelle due sedi di Trento in via Borsellino e Rovereto in Corso Rosmini, l'Apss ha messo a disposizione un budget di 2.350.000 euro. La cifra comprende 1.500.000 euro per la dignostica ad immagini (quindi almeno 25 mila ecografie, 2.500 risonanze magnetiche e altra radiologia incluse le risonanze magnetiche per utenti claustrofobici richieste dal dipartimento di radiologia), per la cardiologia (almeno 10 mila ecocolordoppler), chirurgia vascolare e visite di endocrinologia, nonché altri 850 mila euro per il piano di recupero delle liste d'attesa.
A questi importi per prestazioni rese nei confronti degli assistiti del sistema sanitario provinciale vanno aggiunti altri 338.000 euro per prestazioni rese nei confronti degli assistiti del sistema sanitario nazionale.
Per quanto riguarda il Cst, il finanziamento, compreso di 380mila euro di budget per recupero delle liste d'attesa, è stato di 1.730.000 euro. Anche qui una buona fetta di finanziamento riguarda la radiologia con la richiesta di soddisfare la domanda di almeno 15 mila ecografie e 4.500 risonanze magnetiche. Poi nell'importo complessivo sono compresi 350 mila euro per la cardiologia e la chirurgia vascolare (per almeno 200 visite, test da sforzo e holter cardiaci), 200 mila per visite oculistiche (almeno 3.500 visite), otorinolaringoiatria (almeno 1.500), pneumologia (almeno 300), neurologia (almeno 200) e poi ortopedia, urologia, endocrinologia, dermatologia (almeno 3.500) e medicina fisica e riabilitazione.
Per quanto riguarda la specialistica ambulatoriale sono invece aumentati meno gli importi destinati alle strutture che effettuano anche attività di ricovero. Nel caso della casa di cura Villa Bianca, l'accordo del 2022 prevedeva prestazioni per gli utenti del servizio sanitario provinciale per 2.075.000 euro e 110.000 euro per gli utenti del servizio sanitario nazionale. Anche qui la parte del leone, oltre il 50%, la fa la diagnostica per immagini. È nota la fatica che l'Azienda fa a gestire le richieste "programmate" di esami radiologici, situazione peggiorata negli ultimi mesi in seguito al pensionamento e alle dimissioni di diversi professionisti, sia medici che tecnici di radiologia, e alla difficoltà di reperirne di nuovi.
Nel 2022 Villa Bianca è stata chiamata ad effettuare quindi Tac, risonanze magnetiche (almeno 6 mila), oltre che 7.500 ecografie. Altro ambito in cui Villa Bianca è stata chiamata a dare una mano al servizio pubblico è quello della cardiologia (360 mila euro) con almeno 2 mila visite (fatte 2.437) e a 2 mila ecocolordoppler.
Elevato anche il numero di visite richieste per la chirurgia vascolare, l'oculistica (almeno 2.500 visite) e l'ortopedia. Nessuna variazione di importi per quanto riguarda l'ospedale San Camillo dove, su 2 milioni e 418 mila euro, un terzo sono legati alle visite oculistiche (2 mila) e alla cura delle cataratte.
Notevole anche il numero di prestazioni richieste per la gastroenterologia con almeno mille visite ed endoscopie e 2 mila colonscopie (400 mila euro).
In leggero rialzo, invece, il finanziamento alla Solatrix di Rovereto (1.870.000 + 300 mila euro) dove la diagnostica per immagini ricopre più del 50% del totale (più di un milione di euro per 5 mila risonanze, almeno 4 mila ecografie e poi Tac e Rx). Il resto dell'importo è diviso tra cardiologia, gastroenterologia, neurologia, ortopedia e chirurgia vascolare.
Nel basso Trentino, per quanto riguarda le prestazioni specialistiche, il budget più alto lo ha l'Eremo di Arco con 1.772.500 euro per utenti del servizio sanitario provinciale e 136 mila per il servizio sanitario nazionale. Anche qui la diagnostica la fa da padrona con oltre 1 milione di euro e la richiesta di 5.500 risonanze magnetiche e 8 mila ecografie. Elevato anche il numero di visite richieste nell'ambio della chirurgia vascolare (almeno 2 mila ecodoppler) e della cardiologia (almeno mille visite).
Sempre ad Arco c'è il San Pancrazio e in questo caso il finanziamento per utenti del servizio sanitario nazionale (705 mila euro) supera quello per gli utenti del servizio sanitario provinciale (507.500) con le visite cardiologiche e le prestazioni legate ai problemi cardiaci che costituiscono gran parte del lavoro.
A questi importi si aggiunge il concorso alle spese che i residenti in Trentino possono chiedere per visite specialistiche in regime privatistico presso strutture e professionisti privati.
Fino a fine anno e entro 90 giorni dalla prestazione, vengono parzialmente rimborsate le prestazioni specialistiche con i maggiori volumi di liste di attesa: dermatologia, cardiologia, otorinolaringoiatria, oculistica, pneumologia, neurologia.