Disoccupazione: dal 3,1 al 4,4% Tremila in più senza lavoro

di Domenico Sartori

Aumenta il numero di disoccupati in Trentino. Lo certifica l’Istat, con la rilevazione sulle forze lavoro del terzo trimestre 2019. Il tasso di disoccupazione (15 anni e più) ha superato il 4%, arrivando al 4,4%: nel terzo trimestre del 2018 era invece pari al 3,1%. L’Ispat, l’Istituto di statistica della Provincia di Trento, che ha coordinato la rilevazione per il mercato del lavoro in Trentino, segnala comunque che il terzo trimestre, che mostra una situazione di peggioramento su base annua, è però «il migliore dell’anno per occupazione, disoccupazione e inattività». Il tasso di disoccupazione del terzo trimestre 2019 è infatti il valore più contenuto nell’anno e più basso anche della media 2018 (4,8%): per gli uomini è pari al 3,4%, per le donne del 5,6%.

L’Ispat segnala quindi che «l’indicatore di questo trimestre è il secondo miglior risultato dal 2015». A movimentare il mercato del lavoro sono soprattutto le donne, che fanno scendere il numero degli inattivi. Le forze lavoro (occupati più disoccupati) sono circa 253 mila unità, in crescita, su base annua, di circa mille unità. Un aumento dovuto alle donne (oltre 2 mila unità, vicino a quota 115 mila, il 45% della forza lavoro), mentre calano gli uomini di oltre mille unità (oltre 138 mila). Gli occupati sono prossimi alle 242 mila unità (134 mila uomini e 108 mila donne), in calo di oltre 2 mila unità rispetto al 3° trimestre 2018: una riduzione dello 0,9%, imputabile soprattutto alla componente maschile: -1,8%. I disoccupati sono circa 11 mila, in crescita di oltre 3 mila persone.

In sintesi, rispetto al dato nazionale, la situazione in Trentino nel terzo trimestre, è la seguente: tasso di occupazione (15-64 anni) del 69,2% (59,4% in Italia), 75,8% tra gli uomini, 62,5% tra le donne; tasso di disoccupazione al 4,4% (9,1% in Italia); tasso di inattività al 27,6% (34,6% a livello nazionale), al 21,5% per i maschi, al 33,7% per le donne. Per l’Ispat è la conferma che «il mercato del lavoro risente della fase di rallentamento dell’economia nel corso del 2019», evidenziata anche dai dati della Camera di commercio».

Se in settembre le persone senza lavoro in Trentino erano 11 mila (5 mila uomini, 6 mila donne) rispetto alle 8 mila di un anno fa, per i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Franco Ianeselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, le cifre confermano che «ci muoviamo verso un generale rallentamento dell’occupazione, legato inevitabilmente al rallentamento più generale della nostra economia. In questo quadro» aggiungono i tre sindacalisti «appare miope e assolutamente dannoso per la nostra comunità la scelta della giunta provinciale di tagliare 5,5 milioni di euro gli investimenti in politiche del lavoro».

I tre segretari evidenziano che nel mondo del lavoro trentino «ci sono problemi di qualità del lavoro e l’aumento dei part time involontari, così come la diffusione del lavoro precario. Non investire nelle politiche del lavoro, tagliare misure che funzionano come la staffetta occupazionale, che sostengono i disoccupati che trovano un nuovo lavoro velocemente, che aiutano le mamme lavoratrici autonome sul piano della conciliazione, ma anche cancellare le risorse per incentivare i contratti a tempo indeterminato, è fare un danno» affermano Ianeselli, Bezzi e Alotti «a tutta la nostra comunità, ai lavoratori e anche alle imprese».

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