Turismo / La crisi

Cei, la scomparsa dei turisti: l'hotel Martinelli va all'asta per la quinta volta, a prezzo di saldo

La stima del fallimento era 1.289.759 euro, a febbraio si potrebbe avere per 51 mila euro. Ma per cinque volte nessuno si è fatto avanti per acquistare la struttura costruita nel 1952

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di Mara Deimichei

CEI. Per la quinta volta, a febbraio, lo storico albergo Martinelli del lago di Cei sarà battuto all'asta. E questa volta il prezzo base è meno della metà del valore stimato. Stima che all'inizio era di 1.289.759 euro, mentre fra un mese e mezzo sarà possibile cercare di diventare proprietari dell'edificio offrendo 504.947 euro (con rialzo minimo, in caso di più pretendenti, da 15mila euro). Torna all'asta in tribunale anche il pub che nella stessa area dell'albergo/ristorante.

La stima in questo caso era di poco più di 130mila euro ma ora per partecipare bastano 51.608 euro. Prezzi decisamente da saldi che forse convinceranno possibili acquirenti a dare nuova vita alle due strutture che, prima del fallimento, hanno fatto la storia del lago di Cei.

Un luogo che riesce a regalare emozione (e anche bellissime fotografie) in qualsiasi stagione. Un piccolo gioiello a meno di mezz'ora sia da Trento che da Rovereto che vede spesso un gran numero di avventori, ma un numero limitato di strutture ricettive pronto ad accoglierli e a dar loro ristoro.

L'albergo ristorante nuovamente all'asta è un edificio di tre piani fuori terra e due interrati. Oltre al ristorante e relativa cucina, ci sono anche 13 stanze. E c'è anche la terrazza, che negli anni d'oro ospitava le serate danzanti, oltre ad un campo da bocce e da tennis con tanto di spogliatoi. Negli anni d'oro erano famose le serate danzanti organizzate dal Martinelli.

Per quanto riguarda il pub, ha una superficie catastale di quasi 170 metri quadrati e necessita anch’esso come l'altra struttura di lavori di ristrutturazione.

La storia dell'albergo Martinelli è iniziata nel 1952, con una gestione familiare proseguita nel corso degli anni con tanta passione. Sono stati anni in cui sia il ristorante che l'albergo funzionavano molto bene richiamando - l'estate - tanta gente anche dal fondovalle. C'erano le serate danzanti, c'erano i tornei di bocce e c'era anche il concetto di villeggiatura, che portava i roveretani a cercare il fresco per un paio di settimane o un mese anche vicino a casa. Magari mamma e figli restavano in quota mentre il padre lavorava in valle e tornava la sera o nel fine settimana. Decisamente altri tempi.

Il cambio di rotta nel 2017, con il passaggio della proprietà ad una società dell'imprenditore altoatesino Alois Stoffner. L'obiettivo era quello di rilanciare l'hotel, ma i risultati non furono all'altezza delle aspettative, tanto che si è arrivati al fallimento: porte sbarrate e libri contabili in tribunale. Una lunga procedura gestita dal curatore fallimentare che, completati gli atti, ha affidato la vendita al tribunale di Rovereto. E a febbraio tutto questo andrà all'asta per la quinta volta.

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