Animali / L’intervento

Emergenza orsi, la Sat: sì alla rimozione e all’abbattimento nel momento in cui ogni altra misura dovesse fallire

Documento della Società degli alpinisti trentini sul problema dei plantigradi: “Importante anteporre sempre l'interesse della specie, piuttosto che del singolo animale. In un territorio a così alta antropizzazione, quale è quello Trentino, solo il mantenimento di un adeguato livello di accettazione sociale può infatti garantire la conservazione sul lungo termine delle popolazioni di orso bruno"

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TRENTO. "Servono adeguati interventi di carattere strutturale e culturale atti a mantenere, migliorare o ricreare le condizioni ambientali, economiche, sociali e culturali necessarie a garantire la convivenza con queste specie". Lo comunica la Sat in una nota.

La Società degli alpinisti tridentini, che più volte è intervenuta con suggerimenti e documenti nel corso degli anni, ricorda le misure di intervento previste per gli animali "problematici", per i quali è prevista nei casi più estremi la rimozione o l'abbattimento degli individui interessati.

Sat, prosegue la nota, "comprende e condivide queste ultime possibilità di intervento, nel momento in cui ogni altra misura di prevenzione e dissuasione dovesse essersi conclusa senza successo, ritenendo importante anteporre sempre l'interesse della "specie", piuttosto che del singolo animale. In un territorio a così alta antropizzazione, quale è quello Trentino, solo il mantenimento di un adeguato livello di accettazione sociale può infatti garantire la conservazione sul lungo termine delle popolazioni di orso bruno".

I protagonisti della manifestazione animalista a difesa degli orsi trentini

Domenica 23 aprile si è svolta la prima manifestazione animalista promossa da Assemblea Antispecista e Collettivo Scobi. Alle 13.30, presso la stazione Villazzano, il corteo dei partecipanti si è spostato verso il Casteller, centro faunistico della provincia di Trento. L'evento è stato organizzato a seguito della cattura dell'orsa JJ4 (soprannominata "Gaia" dai manifestanti), che ha aggredito e ucciso il giovane Andrea Papi il 5 aprile nei boschi del monte Peller, a Caldes (Foto: Paolo Pedrotti)

"Il raggiungimento di questo equilibrio - si legge ancora nella nota - non può però esimersi da una forte spinta informativa e dall'adozione di un linguaggio il più possibile neutrale e obiettivo, finalizzato alla minimizzazione dei rischi che la presenza di un grande carnivoro sempre comporta nel territorio dove esso è presente, oltre che ad allontanare il rischio di una controproducente polarizzazione della percezione di questi animali".

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