Fauna / Le reazioni

Tragedia di Caldes, i Grandi Carnivori del CAI: «Lavorare per una reale coesistenza con l’orso senza strumentalizzare»

Il commento del team del Club Alpino Italiano: «È necessario un cambio di passo sul monitoraggio, sulla gestione degli esemplari problematici, sulle politiche di gestione dei rifiuti urbani, sulla comunicazione, creando corridoi ecologici affinché gli orsi possano spostarsi verso territori vicini»

IANESELLI «Basta stupidaggini, più rispetto per chi vive in montagna» 
FUGATTI Orsa JJ4, depositati i documenti Tar: «ci lascino abbatterla» 
LIFE URSUS Cento orsi in Trentino, la radiografia del programma 
TUTELA I pastori maremmani salvano la manza dall’attacco dell'orso 

CONFERME È stata l'orsa JJ4 a uccidere il giovane Andrea Papi

MILANO. Il Gruppo Grandi Carnivori del Club alpino italiano ha atteso qualche tempo prima di esprimere le proprie considerazioni in merito alla tragica morte in Trentino del giovane Andrea Papi a seguito dell'aggressione di un orso (identificato geneticamente come la femmina JJ4).

«Lo abbiamo fatto per evitare di esprimere considerazioni che potessero essere frutto di reazioni emotive e nel rispetto di Andrea e dei suoi familiari ai quali siamo vicini in questo momento di grande dolore. Purtroppo, anche in questa drammatica situazione, come Gruppo Grandi Carnivori abbiamo dovuto rilevare l'ennesima opera di strumentalizzazione, assistendo a una spiacevole "rappresentazione", davvero poco utile. Ci è inoltre dispiaciuto prendere atto della posizione malauguratamente assunta da qualche nostro illustre socio con considerazioni e proposte non condivisibili da cui prendiamo ovviamente una netta distanza» hanno scritto in una nota.

«È piuttosto il momento di una dovuta presa di coscienza, non ulteriormente prorogabile, di quanto sia necessario agire per costruire, in modo serio, condizioni di sicurezza e di reale coesistenza con l'orso e i grandi carnivori più in generale. Da tempo il Club alpino italiano ha assunto una posizione precisa sull'argomento, valutando con favore il ritorno dei grandi carnivori in Italia e la ricostituzione di popolazioni vitali e socialmente accettate, seppure nel rispetto delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali».

«Da sempre ed ancor di più oggi, riteniamo che l'unica strada percorribile per arrivare a una coesistenza tra uomo e grandi carnivori sia quella dell'equilibrio basata, però, su un concreto ed efficace sistema di gestione di queste specie. Ricordiamo che esistono da quasi vent'anni strumenti tecnici di riferimento: si pensi, per esempio, al PACOBACE (condiviso dalle regioni Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, da ISPRA e dal Ministero dell'Ambiente), preciso piano d'azione per la gestione della popolazione di orsi in un contesto naturale certamente idoneo ma notevolmente antropizzato».

«Le linee guida, frutto del lavoro di tecnici esperti e dettate da fondamenti scientifici (e non emotivi!), devono essere alla base del razionale operato degli organi che, a diverso titolo, sono preposti a tale gestione, al di fuori di circoli viziosi di contrapposizioni ideologiche e politiche (ed elettorali!), che nulla hanno a che vedere con logica e lucidità e, meno ancora, con il rispetto e la dovuta attenzione alle comunità che vivono e lavorano in quei contesti montani».

Per il Gruppo Grandi Carnivori del Cai, scelte e decisioni fondamentali vanno assunte passo passo, in modo coeso e coerente, anche quando potrebbero apparire impopolari, secondo un approccio istituzionale volto alla conservazione dell'orso (come specie e non come singolo individuo), ma con la corretta gestione delle criticità. «Non possono continuare a essere frutto di rivalse o di opposizioni faziose, né si può continuare ad alimentare una vera e propria disinformazione dell'opinione pubblica, con toni sempre più aspri, contribuendo solo ad ingenerare confusione ed animosità inopportune».

Si confida dunque in un deciso cambio di passo sulla ricerca e sul monitoraggio, sulla gestione degli esemplari problematici, sulle politiche di gestione dei rifiuti urbani, sull'aspetto fondamentale della comunicazione e dell'informazione alla popolazione, sull'agire spediti per creare i necessari corridoi ecologici affinché gli orsi possano spostarsi anche verso i vicini territori altrettanto idonei.

«Il tutto lavorando in modo unito e con la necessaria apertura al confronto costruttivo, verso un obiettivo che, per quanto complesso, continuiamo a considerare possibile. La presenza di animali selvatici nell'ambiente naturale dei nostri monti è un privilegio da saper cogliere e rispettare senza viverlo come un limite, assumendoci certamente qualche onere e osservando alcune importanti regole, senza pretendere la sicurezza del rischio zero che mai esiste, come sa bene chi è abituato a frequentare la montagna. Ai frequentatori raccomandiamo durante le escursioni in ambiente di essere consapevoli di muoversi in un ambiente naturale che ha le sue regole e di conoscere le norme comportamentali consigliate».

comments powered by Disqus