Turismo / Montagna

La Panarotta? È sempre viva e apprezzata, anche senza impianti

Tanta gente con ciaspole, slittini, sci da alpinismo. I gestori dei locali: «Nessuna differenza rispetto agli altri anni». Matteo Anderle: «È come un albergo in ristrutturazione, siamo pronti a riaprire a patto che il progetto sia condiviso da tutti»

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di Luigi Oss Papot

PANAROTTA. «Consideriamo ora la Panarotta come un albergo in ristrutturazione. Pronti a riaprire meglio di prima, a patto che il progetto sia condiviso da tutti e tutti siano d'accordo nel sostenerlo». Matteo Anderle, presidente della Panarotta srl, commenta così la stagione in corso per la montagna che, per scelta dolorosa ma necessaria, è rimasta con gli impianti chiusi. Ma non per questo la Panarotta è rimasta in silenzio, spopolata.

La dimostrazione la offrono le persone che, ogni settimana, raggiungono la montagna per una ciaspolata, una camminata, un'escursione, una tappa allo chalet o agli alberghi poco più a valle. Soprattutto nel fine settimana la montagna si anima: complice un meteo che, finora, regala sempre giornate soleggiate, la Panarotta è diventata una vera e propria palestra a cielo aperto per tutti.

Anche sabato pomeriggio (18 febbraio) le macchine al parcheggio degli impianti testimoniavano che parecchie persone avevano scelto di trascorrere il pomeriggio nella neve, chi con le ciaspole chi con gli sci d'alpinismo chi a piedi. Una sosta allo chalet, al sole, e poi via.

«Gli impianti chiusi portano persone che altrimenti non sarebbero mai arrivate qui - racconta Igor Iobstraibizer allo Chalet - perché tutti questi bambini con le slitte, queste famiglie, queste persone con gli sci d'alpinismo non li avremmo mai visti. Finora abbiamo sempre lavorato bene, oltre ogni aspettativa. Fino all'Epifania eravamo aperti tutti i giorni, poi solo nel fine settimana. Ma di recente per due domeniche di seguito è venuta qui una famiglia addirittura da Novellara: partenza al mattino presto, una giornata sulla neve e poi di ritorno a casa».

Tanti bambini, immersi nel bianco e con una slitta, si godevano la giornata entusiasti: «È bellissimo!» urlavano divertiti. E questa è la miglior cartina di tornasole della Panarotta con gli impianti chiusi, ma comunque con le braccia spalancate per accogliere tutti.

«Se guardiamo ai numeri - aggiunge Lorenzo Eccher della ristomalga Montagna Granda- non possiamo dire di aver notato differenze quest’anno. Sotto le feste abbiamo lavorato alla grande». Mentre sta parlando, entra uno scialpinista che ha fatto la sua ultima discesa di giornata e si ristora. Questa è la Panarotta di quest'anno.

«La Panarotta è viva - aggiunge Matteo Anderle dietro il bancone dell'albergo Aurora al Compet - e le persone che la vivono ogni settimana non mancano. La montagna non è stata abbandonata. La voglia di fare e la speranza per il futuro non ci sono mai mancate».

Commentando la stagione invernale, Anderle si dimostra comunque soddisfatto per le presenze, quelle di una normale stagione invernale: come se la chiusura degli impianti non avesse influito minimamente. Quale sarà il futuro della Panarotta è ancora presto per dirlo ufficialmente. Gli eventi organizzati di recente, come test di scialpinismo in notturna, ed altri simili che seguiranno a breve (li organizza il negozio Ferrari Sport di Pergine), registrano il pienone. La Panarotta piace, sempre e comunque.

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