Valsugana / Turismo

Piste e impianti della Panarotta, la riapertura resta lontana

Nonostante varie prese di posizione ufficiali, per ora niente soluzioni reali e sembra slittare l'incontro promosso in Provincia con assessori e funzionari. Sullo sfondo il divario eccessivo fra entrate e costi della ski-area, ma anche il costoso progetto del bacino idrico per l'innevamento artificiale

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PERGINE. Resta lontana l'ipotesi di tornare a sciare sulle piste della Panarotta sin dalle prossime settimane.

Nonostante l'ampio dibattito avviato martedì in consiglio comunale a Pergine, e l'approvazione unanime di una mozione che impegna il sindaco Roberto Oss Emer ad organizzare tra consiglieri, giunta, organi della Comunità Alta Valsugana Bersntol e referenti istituzionali una "riflessione-dibattito" (anche aperto al pubblico) per approfondire modelli di sviluppo e rilancio tali da "salvare" la Panarotta, restano lontane le soluzioni reali e sembra slittare l'incontro promosso in Provincia con assessori e funzionari.

«Per il momento non è giunta alcuna convocazione ufficiale per un ulteriore confronto con gli organi provinciali e della Comunità di Valle, ma se invitati saremmo presenti - tiene a precisare Matteo Anderle presidente della società di gestione Panarotta Srl -. Sono molti i temi da affrontare sia per garantire l'apertura stagionale, sia per dare un reale futuro ed una gestione sostenibile alla ski-area».

Problemi in parte sviscerati in consiglio comunale a Pergine, dove, a nome della maggioranza, la vicesindaca ed assessora alla attività economiche Daniela Casagrande ha letto una lunga relazione. «La stazione sciistica della Panarotta se limita la sua attività alla sola stagione invernale non può generare un reddito a causa degli impianti obsoleti, la quota relativamente bassa delle piste, le limitate frequentazioni e la mancanza di strutture ricettive in quota - ha spiegato Casagrande - Il comune di Pergine (sul cui territorio ricadono gran parte delle piste e degli impianti) ha avviato vari interventi anche con le risorse della Comunità di Valle (slittovia, ski-weg e collegamento con la Valle dei Mocheni) approvando una variante urbanistica per la riqualificazione ed ampliamento delle strutture in quota (chalet e foresteria) e avviare il bacino d'accumulo per l'innevamento artificiale».

Sforzi per ora inutili visto che secondo un ipotetico "conto economico" presentato in consiglio la stazione sciistica della Panarotta presenterebbe ogni anno costi di gestione e avviamento di 640 mila euro, con possibili entrate di 520 mila, ed un disavanzo strutturale annuo di 120 mila euro, con i costi di realizzazione del bacino saliti a 6-7 milioni di euro.

«Costi e spese annuali difficili da quantizzare e verificare puntualmente - spiega il presidente di Panarotta Srl Anderle -. Senza il bacino di accumulo per l'innevamento artificiale la ski-area non può avere un futuro invernale sostenibile. Opera per la quale restano incerti tempi realizzativi, costi finali e rapporti con Trentino Sviluppo spa che realizzerà l'intervento (escluso per legge il comodato gratuito Panarotta Srl potrebbe essere chiamata a versare un canone del 2,25% del costo dell'opera pari sino a 120 mila euro annui, ndr)».

Stagione invernale e futuro della Panarotta al centro anche dell'ultimo Consiglio dei sindaci della Comunità di Valle e che lunedì 5 dicembre sarà esaminato dal Comitato esecutivo, con il presidente Andrea Fontanari che spera ancora di riunire attorno allo stesso tavolo provincia, gestori ed enti locali.

«Siamo disponibili al confronto e non abbiamo segreti nel cassetto - conclude Anderle - Siamo parte del sistema degli impianti di risalita e della proposta turistica invernale trentina, ma coinvolgere altri soggetti o avviare delle partnership per gestione e conduzione della ski-area non è facile, per ora restano solo ipotesi e buone intenzioni: forse è più facile vincere al SuperEnalotto».

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