Economia / I dati

Turismo in Trentino: estate da 10 milioni di presenze, ma in calo rispetto al 2022

Da giugno a settembre ci sono stati 2,4 milioni di arrivi: la maggioranza dei turisti italiani (61,6%, soprattutto lombardi, veneti ed emiliani). In crescita Trento con +5,1%. A trascinare l’intero comparto resta l’alto Garda: da solo vale il 26,3% dell’intero movimento estivo

NUMERI Garda trentino, quest'anno quattro milioni di presenze 
RICAVI Ponte dell'Immacolata, giro d'affari da sei miliardi di euro
PROMOZIONE Turismo, per il 2023 assegnati 35 milioni
ASSALTO Tra fiera e mercatini, "ponte" da centomila visitatori a Trento

di Matteo Lunelli

TRENTO. Un grande settembre, una performance in forte crescita di Trento-Monte Bondone, le massime concentrazioni tra Garda e val di Fassa. E ancora: una prevalenza di italiani (61,6%, con lombardi, veneti ed emiliani al top), ma anche un aumento di pernottamenti stranieri (tedeschi, olandesi, austriaci, inglesi e polacchi sono quelli che amano di più il Trentino).

Sono queste le notizie principali che arrivano dallo studio sui flussi turistici nella stagione estiva 2023, ovvero i quattro mesi compresi tra giugno e settembre. Complessivamente la nostra provincia ha totalizzato 2,4 milioni di arrivi (il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi) e quasi 10 milioni di presenze (il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi): nel confronto con il 2022 emerge una leggera crescita negli arrivi (+1%) e un calo nelle presenze (-1,6%). Nell'alberghiero il calo è dell'1% negli arrivi e del 2,9% nelle presenze, mentre l'extralberghiero cresce (+5,1% e +0,6%).

I numeri, quindi, sono decisamente importanti e i risultati sono positivi. Fermo restando che, come sostengono da tempo gli esperti del settore turismo, non tutto si misura con i grandi numeri e, anzi, a volte conta più la qualità della quantità. E per l'economia trentina - e le tasche di chi lavora nel settore - a volte è meglio avere "poche" persone che però spendono e ritornano l'anno dopo, piuttosto di tante "mordi e fuggi" che si portano i panini da casa.

Proseguendo nell'analisi dei dati, la dinamica delle presenze rispetto al 2022 mostra un calo nei mesi di giugno (-2,7%), luglio (-0,9%) e agosto (-3,8%), mentre settembre ha fatto segnare una crescita del 3%. Agosto, in ogni caso, si conferma il mese con il più alto numero di pernottamenti, che rappresentano il 35,9% dell'intera estate. Capitolo "provenienze": i turisti italiani calano del 4,3% rispetto all'estate 2022, con un aumento del 2,9% dei pernottamenti stranieri.

La performance dei singoli territori vede prevalere il segno negativo: quasi tutti gli ambiti, infatti, hanno fatto registrare una contrazione. In controtendenza la val di Fassa, con un aumento delle presenze dell'1,2%, Trento, Monte Bondone e Altopiano di Pinè (+5,1%), San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi (+3,6%) e l'ambito di Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo (+0,9%). Il Garda trentino si conferma la zona con il maggior numero di pernottamenti, vale a dire il 26,3% dell'intero movimento turistico della stagione estiva, con una flessione dell'1,4% nelle presenze ma un aumento dell'1,6% negli arrivi.

In generale il numero di posti letto alberghieri disponibili in Trentino è pari a 88.927, circa il 98% del potenziale totale e il tasso di occupazione dei posti letto risulta migliore negli alberghi a quattro stelle (76,8%). Il settore extralberghiero, che rappresenta il 36,9% delle presenze estive complessive, evidenzia in generale un andamento in crescita sia negli arrivi (+5,1%) sia nelle presenze (+4,6%).

Negativo, però, è stato l'andamento delle presenze in campeggi, agritur ed esercizi rurali (-1,5%), che rappresentano nella stagione estiva il 55,7% del totale dell'extralberghiero. Affittacamere, case vacanze e bed and breakfast registrano una flessione dell'1,4% nelle presenze. In crescita, invece, il movimento negli "altri esercizi", ovvero strutture alpinistiche, case per ferie, ostelli e campeggi mobili (+13,8%).

Infine uno bilancio parziale dell'anno (gennaio-settembre): i dati parlano di un aumento del 9% negli arrivi e dell'8% nelle presenze. I primi tre trimestri 2023, quindi, segnano una crescita molto significativa, anche per via di un confronto con un 2022 che fu condizionato dagli effetti dell'emergenza sanitaria e della guerra in Ucraina. 

comments powered by Disqus