Economia / L'analisi

Turismo, dalla carenza di personale a una rivoluzione delle condizioni di lavoro: prospettive dopo la pandemia

La stagione turistica nell'Alto Garda e Ledro è iniziata e mai si è sentito così tanto il problema, i rappresentanti di categoria cercano soluzioni alla fuga di competenze. Si cercano non solo camerieri e cuochi ma anche figure professionali diverse. In altri Paesi Ue si sta già trasformando tutto: ci si avvia ai 4 giorni lavorativi e ai 3 giorni a casa

LA RICERCA Hotel e ristoranti disperati, al «Career Day», si presentano pochi candidati

ALTO GARDA e LEDRO. Manca personale negli alberghi, nei ristoranti, nei bar, nei negozi ma anche in altri comparti produttivi. La stagione turistica nell'Alto Garda e Ledro è iniziata e mai si è sentito così tanto il problema. Ne sono consapevoli i rappresentanti di categoria che da tempo stanno analizzando cause e cercando soluzioni.

«Ci confrontiamo tra categorie - osserva Paolo Turrini, presidente dei ristoratori altogardesani - e credo che il problema sia sentito ovunque. Si cercano non solo camerieri e cuochi ma anche ragionieri, autisti, muratori... Noi, forse, siamo quelli più in vista. Si fa fatica; talora c'è chi ti lascia a piedi dalla mattina alla sera; mancano lavapiatti. Nessuno di noi, però, ha chiuso: magari si riduce il numero massimo di coperti, si riducono gli orari, qualcuno non apre la mattina...».

Per Turrini ci si sta avviano verso un'epoca nuova: «Siamo di fronte a un cambio totale di mentalità. In Europa, e parlo di Belgio, Spagna, Irlanda del nord ma anche in Giappone, ci si avvia ai 4 giorni lavorativi e ai 3 giorni a casa. Se altri fanno questo prima o poi ci dovremo pensare e arrivare anche noi. La soluzione non è immediata ma il Covid è stato una miccia che ha accelerato il percorso. C'è un cambio totale di valori; ora la qualità della vita (casa, famiglia, amici...) conta più del soldo.

Vedo che come categoria puntiamo molto sui giovani, cerchiamo di formare quelli che hanno l'ambizione di lavorare nel mondo del turismo, per fortuna si possono fare dei corsi e poi li si affianca ai colleghi navigati».

«Il problema è nazionale ed è trasversale per le varie categorie economiche - osserva Enzo Bassetti, presidente degli albergatori Unat - il dibattito tra gli associati è in corso da tempo. La carenza di personale è complesso e attribuibile a una concomitanza di molti fattori; la mancanza di posti letto per il personale; la Naspi troppo corta; gli orari e i carichi di lavoro eccessivi... Non esiste "il" problema; certo, con la pandemia abbiamo perso anche molti dipendenti che venivano da fuori e che non hanno trovato condizioni minime, magari hanno fatto stagioni cortissime: in montagna hanno iniziato a licenziare in gennaio, per dire. Se uno lavora 3 o 4 mesi la Naspi è insufficiente. Abbiamo cominciato a lavorare sul tema come Unat anche con gli uffici interinali; non mi risulta in ogni modo che ci siano esercizi chiusi per questo motivo, molti si stanno sistemando come organico e magari si organizzano in maniera diversa».

Per il presidente di Confcommercio, Claudio Miorelli, nel commercio il problema di reperire personale non appare così drammatico come nella ristorazione, «manca però tutto quello qualificato e stiamo cercando con Apt Garda Dolomiti, con il suo nuovo portale, di mettere in contatto offerta e richiesta, creando appeal per venire nell'Alto Garda e lavorare con benefit come la crew card e dopo un mese qualche riscontro c'è, occorre tempo però per vedere i frutti».

Tra le cause, oltre a quelle messe in evidenza da Bassetti, Miorelli osserva che «nel corso della pandemia c'è stato uno spostamento di personale dal turismo all'industria ed «è difficile tornare a recuperare queste persone. La pandemia ha trasformato le loro esigenze, ad esempio, sugli orari e le festività. Inoltre, dalle scuole non escono tanti ragazzi formati quanti ce ne vorrebbero».

Da tenere presente che per molti lavoratori e lavoratrici stranieri l'Italia ha adottato misure restrittive e coercitive antiCovid che all'estero non ci sono state, fattore che non li ha invogliati a tornare: «È vero, ci sono stranieri con delle professionalità che lavoravano da noi e che hanno trovato, in altri Stati o nei loro, stipendi aumentati e condizioni migliori».

Tra le cause anche la scarsità e l'elevato costo degli appartamenti nell'Alto Garda: «Come categorie economiche siamo consapevoli del problema e stiamo cercando qualche luogo dove il personale possa dormire senza dover spendere mezzo stipendio in affitto».

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