Montagna / L’assemblea

I cacciatori trentini sono 5.987, il 41 per cento ha oltre 60 anni: tutti i numeri

Sono aumentati gli abbattimenti di capriolo, cervi e camosci, così come il numero degli esemplari censiti: se nel primo dopoguerra cervi e camosci erano una rarità, ora se ne contano poco meno di 43mila. Cala leggermente, invece, il numero dei caprioli. Lo scorso anno sono stati emessi 6123 permessi di caccia

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TRENTO. Cacciatori in assemblea a Trento. Questa mattina, 13 aprile, nel centro congressi Interbrennero, si è svolta l’assemblea dei rettori delle riserve del Trentino. Un incontro affollato, utile per fare il punto della situazione circa lo stato di salute dell’arte venatoria in provincia. Accanto al presidente del sodalizio Stefano Ravelli, oltra al suo vice Matteo Rensi e al direttore Ruggero Giovannini, era presente l’assessore all’artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca il quale ha sottolineato il suo impegno nell’ascolto e nel dialogo con il sodalizio e ha comunicato la data dell’apertura della stagione della caccia prevista per il prossimo 8 settembre.
 

Non è mancato un cenno ai grandi carnivori: l’assessore ha ribadito la volontà di continuare a tutelare la sicurezza delle persone e di proseguire le campagne di comunicazione e le opere di prevenzione. Infine, ha comunicato la volontà di approvare il nuovo piano faunistico entro l’autunno.
 

In precedenza il presidente Ravelli ha illustrato i dati riguardanti l’Associazione che risente del calo demografico e dell’invecchiamento della popolazione. I cacciatori trentini sono 5987, un numero sostanzialmente rimasto stabile in questi ultimi anni ma inferiore rispetto a 20 anni fa. La loro età media è di 55 anni, mentre il 41% ha più di 60 anni.

I numeri dicono inoltre che sono aumentati gli abbattimenti di capriolo, cervi e camosci, così come il numero degli esemplari censiti: se nel primo dopoguerra cervi e camosci erano una rarità, ora se ne contano poco meno di 43mila. Cala leggermente, invece, il numero dei caprioli per una combinazione di fattori dovuti anche all’alimentazione, alla competizione con il cervo e, in parte, anche alla presenza del lupo. In merito a quest’ultimo Ravelli auspica l’approvazione e l’entrata in vigore di nuove direttive dell’Unione Europea che ne consentirebbero una gestione.

Infine, lo scorso anno sono stati emessi 6123 permessi di caccia (in quasi tutti i casi si è trattato di un rinnovo del permesso precedente) ed è emersa la grande attenzione che il sodalizio rivolge alla vigilanza, al monitoraggio e al censimento delle specie al recupero degli ungulati feriti (342 lo scorso anno) e agli interventi di miglioramento ambientale.

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