Città / L'allarme

Rivolta nel carcere di Trento: danneggiata la struttura, nessun ferito

Nel pomeriggio di oggi, martedì 9 aprile, un gruppo di circa 12 detenuti della stessa sezione ha divelto i caloriferi, causando l'allagamento dei locali

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TRENTO

TRENTO. Rivolta nella casa circondariale di Spini di Gardolo, a Trento. Nel pomeriggio di oggi un gruppo di circa 12 detenuti della stessa sezione ha causato dei danni alla struttura.

I detenuti hanno divelto i caloriferi, portando all'allagamento della sezione.

Sono state divelte anche le telecamere e i neon, rendendo inutilizzabile l'intero impianto elettrico.

L'intervento della polizia carceraria - fa sapere l'Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp) - ha evitato ulteriori danni e il coinvolgimento di detenuti di altre sezioni. Non ci sono stati feriti.

"Ancora una volta, follia e violenza nel carcere di Trento per la folle protesta di un gruppo di detenuti e il personale della polizia penitenziaria che aderisce al Sappe, primo sindacato dei baschi azzurri, torna a protestare con veemenza per una situazione esplosiva che era nota ai vertici dell'amministrazione penitenziaria nazionale e regionale ma rispetto alla quale nessun provvedimento era stato assunto", scrivono in una nota il segretario regionale e provinciale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) David Stenghel e Massimiliano Rosa.

"Il tutto - spiegano Stenghel e Rosa - è successo per una contestazione disciplinare fatta a un detenuto poco prima. I rivoltosi hanno distrutto i vetri blindato delle guardiole interne alla Sezione, hanno sradicato tutti i termosifoni e con gli stessi hanno rotto i vetri blindato, hanno spaccato i rubinetti del locale lavanderia e distrutto tutto l'impianto elettrico.

È stato chiamato tutto il personale libero dal servizio e solo la professionalità e la freddezza della polizia penitenziaria ha permesso di ripristinare l'ordine in tarda serata. All'esterno della struttura di Spini di Gardolo erano presenti anche alcune pattuglie della polizia e dei carabinieri in supporto e che controllavano l'esterno dell'istituto. I danni si possono quantificare in decine di migliaia di euro".

Il Sappe chiede "un sopralluogo tecnico da parte del Prap e una visita ispettiva da parte dell'Asl per valutarne l'idoneità sotto il profilo dell'igiene e della sicurezza sui luoghi di lavoro". Per il segretario generale di Sappe Donato Capece servono "interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d'ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze".

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