Politica / Cultura

Bando europeo per il nuovo direttore del Muse. Il Pd attacca: allora anche per il Mart

Un disegno di legge e due interrogazioni, e nel mirino finiscono tutte le nomine culturali, dal Centro Santa Chiara al museo di San Michele

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TRENTO. Se un bando internazionale è il modo giusto per scegliere il direttore del Muse, lo è anche per individuare quello del Mart e degli altri musei della rete provinciale. Questa la convinzione del Partito democratico, che sul tema ha presentato un disegno di legge provinciale, perché «la governance dei musei trentini non sia in balia degli equilibri politici del momento».

Ma al centro dell'iniziativa del gruppo Dem c'è tutta la politica culturale della maggioranza che, accusano i consiglieri, è inadeguata, dal centro Santa Chiara «ormai braccio operativo per la San Vincenzo», alle linee d'indirizzo che ancora non ci sono: «Invitiamo l'assessora alla Cultura Francesca Gerosa a portarle in aula».

Un disegno di legge e due interrogazioni, tuttora senza risposta. Questi gli atti attraverso cui si snoda l'azione politica del partito democratico, che allarga l'orizzonte ma è evidente punta a inserirsi nelle crepe di una maggioranza che sul tema ha qualche rigidità. A partire, appunto, dalla vicenda Sgarbi al Mart.

A dare fuoco alle polveri è la consigliera provinciale Lucia Maestri, che ha lavorato al disegno di legge e lo inserisce nel contesto più ampio: «In 4, 5 mesi di governo, abbiamo assistito ad una profusione di esternazioni della vicepresidente Francesca Gerosa legate alle competenze, ma un silenzio imbarazzante sulla cultura. Chiediamo di vedere delle linee di indirizzo, che definiscano obiettivi delle politiche culturali e i criteri di priorità per realizzare gli interventi.

E sulla direzione dei musei: «l'assessora Gerosa accogliendo il nostro invito ha detto che vuole fare un bando per individuare il direttore del Muse. Bene, ma allora perché non anche per il Mart e gli altri due musei, quello di San Michele e il Buonconsiglio?

L'assessora tace nell'impossibilità di imporre un bando al Mart, perché il presidente del Mart, che come sappiamo non fa solo il presidente, è l'onorevole Sgarbi. E quindi? C'è un problema politico? MI pare evidente, ma dei problemi politici della giunta il Trentino si fa poco o nulla».

Un aspetto, quello legato al presidente Sgarbi, che anche i colleghi evidenziano con fermezza: «Abbiamo criticato all'epoca e continuiamo a farlo, il modo in cui ci si è consegnati a Sgarbi qualche anno fa - ricorda il capogruppo Alessio Manica - Scelta che abbiamo criticato non tanto rispetto alle competenze culturali, quanto perché serviva a nostro parere anche un profilo rispettoso delle istituzioni. Per di più, nelle linee programmatiche, il presidente Fugatti ha rivendicato i risultati del Mart, ma i numeri certo non sono tali da urlare al capolavoro, credo ci sia da fare luce completa sulla gestione di questi anni».

Più duro ancora il consigliere Andrea de Bertolini: «In termini di opportunità, una figura come Sgarbi non è proponibile nella misura in cui è divisivo e sceglie un linguaggio gridato».

Quanto al centro S. Chiara, la consigliera Maestri ricorda la sua interrogazione sui costi, le attività e la governance di un ente che «ha abdicato progressivamente al dovere di essere laboratorio culturale di innovazione e di crescita».

Infine, il Festival "Living memory" sulla giornata della memoria, di cui si contesta il programma: «mescolare i drammi di ieri, le condizioni storiche sociali ed ideologiche che li determinarono, con la tragedia bellica che ha colpito oggi gli israeliani e, per reazione, influisce su Gaza e la popolazione palestinese, non è un atto culturale, ma una confusione fuorviante e che rischia di alimentare proprio quell'antisemitismo che si vuole combattere».

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