Scienza / Il traguardo

Al Muse una festa per diecimila persone: un successo nato dieci anni fa

Tantissime le famiglie che sabato 22 luglio si sono recate al museo di Trento per laboratori, performance e visite. Poi, la sera, musica luci e dj set. C’è chi, in 24 ore, non si è mai mosso da lì: l’artista Giulio Boccardi è rimasto chiuso nella serra tropicale per “Eden”

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di Matteo Lunelli

TRENTO. Una festa al museo della scienza non è un ossimoro. Anzi: divertimento e cultura, musica e performance, folla e arte sono state le parole d'ordine del decimo compleanno del Muse, che come sempre è riuscito ad accontentare tutti. Perché anche in un museo ci si può divertire e anche con la scienza si può festeggiare.

Lo dimostrano, prima di tutto, i numeri: ingressi (pur gratuiti) totalmente sold out già da venerdì, con 4.500 visitatori che hanno gremito le sale e partecipato a laboratori e iniziative. E poi le migliaia di persone che hanno preso parte alla festa serale: prima i saluti istituzionali, poi il talk scientifico (con Vincenzo Venuto, Sara Segantin, Gabriella Greison, Hervè Barmasse, Patrizia Famà e Massimo Bernardi), infine la musica dei Colla Zio, le luci, le performance artistiche e il dj set. Senza dimenticare, come in ogni festa che si rispetti, birre e panini dei food truck presenti nel giardino del Muse o nei bar e ristoranti delle Albere.

Insomma, circa diecimila persone sabato 22 luglio hanno trascorso almeno qualche ora in "zona Muse". Forse, ad essere un po' schizzinosi e raccogliendo alcuni commenti dei visitatori, ci si poteva aspettare qualche iniziativa pomeridiana anche all'esterno, nel parco del Muse o in quello della Albere, magari dedicata ai più piccoli. Ma in realtà, visti anche i rischi maltempo, si è preferito organizzare quasi tutto all'interno, mentre all'esterno la festa è stata la sera e la notte, rivolta più che altro a ragazzi ed adulti.

Il compleanno, quindi, è stato un successo. E come per ogni successo che si rispetti, dietro le quinte dei sorrisi felici di tutti, c'è stato il grande lavoro della "squadra Muse": tutto il personale, 120 persone, si è alternato dalle 10 del mattino alle 3 di notte. E anche altri 40 volontari hanno dato una mano fondamentale nel gestire tutte le attività. Come accennato, la parte interna della struttura è stata la protagonista fino al tardo pomeriggio. Poi, in serata, tutto o quasi si è spostato all'esterno.

Ma qualcuno - tra le decine e decine di iniziative questa è stata una delle curiosità più significative - è stato tutto il giorno, anzi esattamente per 24 ore, fermo nello stesso posto. Si tratta dell'artista e fotografo Giulio Boccardi, diventato l'attrazione della serra tropicale: dalle 22 di venerdì fino alle 22 di sabato, ha realizzato la performance "Eden". «L'idea, realizzata insieme al documentarista Leonardo Panizza, era quella di rivelare il rapporto uomo-natura in un ambiente in realtà completamente artificiale. Io sono rimasto qui dentro la notte scorsa, poi sono arrivati i visitatori: ho accettato solo il cibo che loro mi davano, cercando di "addomesticarmi". Chi è venuto nella serra mi ha visto appollaiato sulla roccia, nascosto tra le piante, e ha riflettuto sulla convivenza simbiotica tra me la natura».

E oltre a riflettere su questo, molte ragazze e molte mamme si sono anche semplicemente godute la vista dell'artista - vestito solamente di un paio di boxer color carne. Mai come sabato, infatti, la roccia della serra del Muse è stata fotografata, con chi ha fatto due o tre giri del breve percorso per essere sicuro, o meglio sicura, di non essersi persa nulla. Boccardi sorride e sta al gioco. «No, selfie non me ne hanno chiesti. Ma effettivamente ho visto tante fotografie nella mia direzione».

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