il processo / le reazioni

Emanuela Pedri: «Mereu nega tutto: perché allora tanto timore e tanta paura anche nel solo pronunciare il nome?»

La sorella della ginecologa scomparsa commenta le dichiarazioni della dottoressa che lavorava nel reparto di ginecologia del Santa Chiara e che deve rispondere dell'accusa di maltrattamenti
L'UDIENZA Mereu respinge le accuse
IL PODCAST Sara Pedri, una storia sospesa
REAZIONI/LA DIFESA L'avvocato: "Processo alle streghe"

REAZIONI/APSS "Aspettiamo le motivazioni prima di parlare"
LA VIDEOSCHEDA Che cosa è successo
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TRENTO. «Perché tanto timore e tanta paura anche nel solo pronunciare il suo nome?». Emanuela Pedri, la sorella di Sara, la ginecologa scomparsa il 4 marzo 2021, commenta così l’udienza in cui è stata sentita la dottoressa Liliana Mereu, nell’ambito del processo sui presunti maltrattamenti nel reparto di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento.

Lunedì scorso la dottoressa Mereu, ex braccio destro del primario del reparto di ginecologia del Santa Chiara Saverio Tateo e ora professoressa associata di ginecologia e ostetricia presso l'università di Catania, ha respinto ogni accusa, negando che vi siano stati maltrattamenti verso il personale, e ha difeso la correttezza della propria condotta.

In un post pubblicato sulla pagina Facebook dedicata alla sorella (“Verità per Sara Pedri”), Emanuela Pedri scrive: «Lunedì 18 marzo c'è stato l'interrogatorio della dottoressa Liliana Mereu una dei due indagati per maltrattamento nei confronti di 21 parti offese tra cui mia sorella Sara. A detta del reparto, Liliana Mereu era la Vice primaria, il braccio destro dell'ex primario Saverio Tateo indagato insieme a lei per lo stesso reato. A detta di Mereu, il suo ruolo era invece quello di dirigente medico come tutte le altre, come lo era mia sorella. Allora perché tutto questo? Perché tanto timore e tanta paura anche nel solo pronunciare il suo nome? Nulla di nuovo dal mio punto di vista, nessuno stupore nel sapere che la dottoressa rimane ferma nella sua posizione, negando i maltrattamenti, le vessazioni, le offese, le percosse descritte con dettaglio nelle montagne di carte prodotte dalla Procura su 21 parti offese e verbalizzate tra un singhiozzo e l'altro da 9 medici durante l'incidente probatorio che è durante quasi un anno».

«Essendo un processo a porte chiuse, - continua - io e la mia famiglia non abbiamo potuto partecipare. Rimaniamo in attesa come sempre, come da tre anni succede, di sapere come sia andata dal nostro avvocato Nicodemo Gentile, perché solo questo possiamo fare. Ci affidiamo alla legge sperando in un risultato giusto, non solo per noi, Sara e chi sta combattendo al nostro fianco, ma anche per chi ha bisogno di essere creduto, protetto e tutelato per poter svolgere il proprio lavoro serenamente, senza paura di essere minacciato, demansionato, isolato, trasferito, licenziato o ancora peggio di ammalarsi fino al punto di pensare di non valere nulla e desiderare solo di scomparire. Nell'attesa di un giusto risultato, non rimaniamo fermi a guardare, ma facciamo grandi progetti nel nome di Sara che abbiamo sempre desiderato condividere con voi, come la nascita dell'Associazione Nazionale Anti-Mobbing Nostos Fiera ed orgogliosa di farne parte, percorro ogni giorno la strada che mi indica Sara e questo mi fa stare bene».

ASCOLTA IL PODCAST SU SARA PEDRI

EPISODIO 1 Una ragazza scomparsa nel nulla 

EPISODIO 2 Il sogno della dottoressa Sara Pedri 

EPISODIO 3 L'arrivo di Sara Pedri al Santa Chiara 

EPISODIO 4 Sara Pedri non si trova 

EPISODIO 5 La controverità di Tateo 

EPISODIO 6 Bufera sulla sanità trentina 

EPISODIO 7 Tateo sotto accusa

EPISODIO 8 Diritto alla fragilità

EPISODIO 9 Una storia sospesa

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