Fauna / Il caso

Gli animalisti: in Trentino 62 orsi morti o catturati in 23 anni. Fugatti: ora sono troppi e il problema va affrontato

Il movimento StopCasteller ha elaborato i dati ufficiali sulle perdite di animali dall'avvio del progetto Life Ursus. Nuove polemiche sulle modalità di gestione da parte della Provincia, ma l'ente pubblico si difende e ribadisce che non cambierà: "Nel caso M90 si sono verificate le condizioni per l'abbattimento considerato il rischio per la sicurezza pubblica". Domani, sabato, una nuova manifestazione di protesta a Trento

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TRENTO. Nel giorno in cui la giunta provinciale di Trento ribadisce le proprie ragioni e l'intenzione di proseguire con gli abbattimenti di orsi giudicati potenzialmente pericolosi, tornano alla carica gli animalisti criticando un modello di gestione ritenuto fallimentare. E domani, sabato, è in programma una nuova manifestazione di protesta a Trento, annunciata dopo l'uccisione dell'orso M90/Sonny, nei giorni scorsi. Sarà un nuovo momento in cui si contesteranno le politiche provinciali evidenziando l'assenza di una strategia che consenta anche di prevenire lo sviluppo negli orsi di comportamenti confidenti nei riguardi degli esseri umani.

Risultano essere ben 62 gli orsi trentini uccisi, catturati o scomparsi negli ultimi 23 anni, secondo le stime effettuate dagli animalisti del movimento StopCasteller sulla base dei dati diffusi dalla Provincia stessa. Il computo inizia dal 2000, il primo anno dopo la liberazione dei primi due esemplari provenienti dalla Slovenia nell'ambito del progetto Life Ursus.

Complessivamente, secondo gli animalisti, si registrano nove orsi scomparsi, 16 esemplari morti per cause sconosciute, otto per predazione da parte di un altro orso e sette per cause naturali o investimenti. Gli orsi abbattuti sono sei, tra cui figura anche M90, ucciso lo scorso 6 febbraio. Nel conteggio figurano anche Jj1, ucciso in Baviera nel 2006, l'orsa Jurka, catturata nel 2010 e poi trasferita in un parco naturale in Germania, e Daniza, l'esemplare ucciso per errore durante la cattura nel 2014.

Non mancano M49, l'orso scappato due volte dal Centro faunistico di Casteller dove si trova tutt'ora assieme all'orsa Jj4, responsabile dell'uccisione del 26enne Andrea Papi lo scorso 5 aprile nei boschi del monte Peller, in val di Sole. Gli ultimi dati ufficiali, riferiti nel Rapporto grandi carnivori dello scorso anno (riferiti al 2022), parlavano di oltre cento esemplari attualmente presenti in Trentino.

Oggi, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha ricordato che nel caso di M90 "si trattava di un orso radiocollarato, su cui erano state fatte tutte le azioni di dissuasione che si potevano fare".

Secondo Fugatti, "si sono verificate le condizioni per l'abbattimento considerato il rischio per la sicurezza pubblica, mentre in passato non si erano verificate le stesse condizioni. E sempre sarà così".

Il presidente ne ha parlato oggi, venerdì, in conferenza stampa: "Crediamo - ha aggiunto - di esserci mossi in modo trasparente e il lavoro delle nostre strutture e di Ispra è stato un percorso formale nel solco di quanto stabilito dalle norme. Va detto che stiamo facendo quello che si ritiene si possa fare per convivenza uomo-animale, tra cui il posizionamento di cartelli informativi e dei cassonetti anti-orso". Secondo quanto riferito, il disegno di legge sull'abbattimento di otto esemplari per tre anni, per un totale di 24 esemplari, non verrà impugnato dal governo.

"È - ha commentato - un passo avanti sotto l'aspetto culturale della questione. C'è una comunità scientifica che dice che gli orsi ora sono troppi e il problema va affrontato".

Per parte sua, l'assessore competente Roberto Failoni, rassicura il mondo del turismo. "Non siamo preoccupati - ha detto - dallo slogan di boicottaggio del Trentino. I dati delle presenze turistiche del 2023 sono eccellenti. È chiaro che avere giornalisti della televisione di Stato che fanno dichiarazioni in questo senso ci preoccupa. Ma presto avremo un'organizzazione speciale sulle comunicazioni, coinvolgendo Comuni, Comunità di valle, Parchi e imprese per l'informazione sulla presenza della fauna selvatica sul nostro territorio".

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