Fauna / Il caso

L'orso M90 condannato e ucciso, insorge il mondo animalista: sabato manifestazione a Trento

La consigliera provinciale Lucia Coppola (Verdi): «Un atto brutale. Quell'animale non aveva mai provocato danni, non andava considerato pericoloso». L'Oipa: «Una politica miope che non tutela la biodiversità»

TRENTO. Non si placano le reazioni del mondo ecologista dopo l'abbattimento dell'orso M90, giudicato "pericoloso" dalla Provincia. Nel mondo animalista si parla di «esecuzione» e annunciano una manifestazione per sabato in piazza Dante.

M90 è morto ieri nei boschi della bassa Val di Sole: era dotato di un radiocollare e delle marche auricolari, quindi non è stato difficile individuare l'esemplare che era sotto accusa per aver più volte frequentato zone abitate e, da ultimo, per aver seguito per circo 800 metri una coppia di escursionisti, prima di allontanarsi, lungo la strada forestale sopra l'abitato di Ortisè. Quest'ultimo episodio aveva fatto scattare l'allarme finale, con la decisione di uccidere l'animale "confidente e pericoloso": l'ordinanza è scattata ieri e subito è avvenuto l'abbattimento.

Critiche alla scelta del presidente trentino, Maurizio Fugatit, di procedere subito con l'uccisione dell'orso sono arrivate anche dal ministro dell'ambiente, Pichetto Fratin, secondo il quale andavano prima percorse altre strade: «La soppressione non è l'unica scelta», ha dichiarato, lasciando intendere che probabilmente si poteva pensare piuttosato a una stretta sorveglianza o a una cattura e trasferimento dell'orso.

Durissimo il commento di Lucia Coppola coportavoce di Europa Verde del Trentino e consigliera provinciale: "Brutale. Era l'unico orso radiocollarato tra l'altro, facile da identificare. Non aveva arrecato nessun danno. Seguire, nel caso della coppia, non significa inseguire. Se lo avesse fatto li avrebbe raggiunti senza ombra di dubbio. E se avesse voluto fare loro del male certo le cose sarebbero andate diversamente.

Una prova di forza non necessaria quella di Fugatti. L'altra medaglia dell'inerzia che ha caratterizzato la sua politica nel confronti dei cosiddetti grandi carnivori.

Tra l'altro l'incontro è avvenuto in montagna, a 1400 metri. Non nel giardino di casa.

Ispra aveva dato istruzioni per questa possibilità ma certo con la raccomandazione di poter percorrere anche altre strade come la cattura, l'imprigionarlo e successivamente trasferirlo.

Si è preferito ricorrere al grilletto facile, per un governo provinciale che in questi cinque anni non ha fatto nulla per affrontare correttamente la convivenza con gli orsi. Sopportandone la presenza e facendo finta che non ci fossero. Anche per i parametri di Pacobace, M90 non doveva essere considerato pericoloso stante i suoi trascorsi. E quindi non doveva essere soppresso. Grande tristezza".

Si dice sgomenta l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che si era fino all’ultimo appellata affinché fosse tutelata la vita e la libertà del giovane plantigrado. «Una politica miope e nemica degli animali quella della Provincia, che non tutela la biodiversità», commenta.

«Abbiamo sperato fino all’ultimo in un ripensamento, in considerazione della speciale protezione di cui gode la specie anche a livello europeo e nel rispetto dell’articolo 9 della Costituzione che tutela la biodiversità, ma il presidente Fugatti è stato sordo anche alle istanze dell’opinione pubblica che vorrebbe un Trentino amico degli animali».

L’Oipa fa sapere che presenterà nelle prossime ore una richiesta di accesso agli atti per conoscere i dettagli della vicenda, anche perché nella scarna nota della Provincia non viene spiegato come abbiano eseguito la sentenza, se con armi da fuoco o con l’intervento di un veterinario.

«M90 - ricorda Oipa - era un giovane orso colpevole di essere stato avvistato qualche volta nei pressi di zone abitate e, come si legge sito della Provincia dedicato al monitoraggio dei grandi carnivori M90, è indicato come responsabile solamente di un danneggiamento a una recinzione agricola e a un cassonetto dell’organico in Val di Sol.

Il povero M90 fu investito il 14 ottobre sulla strada statale 42 all'altezza di Mezzana e, secondo quanto affermato dalla Pat, avrebbe inseguito nei giorni scorsi per 800 metri una coppia di escursionisti».

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