Stalking / Il caso

Ragazza perseguitata dall'ex, genitori preoccupati ma lei decide di non denunciarlo

Accade in una valle del Trentino: quando lei ha detto basta, dopo una breve relazione, lui ha cominciato a essere ossessivo e minaccioso. Mamma e papà hanno convinto la figlia a seguirli in questura, ma lei poi ha cambiato idea e senza una denuncia non è possibile procedere

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TRENTO. Non ce l'ha fatta a denunciare quel ragazzino con cui aveva avuto una breve relazione e che ora la opprime e la minaccia: è la storia di una 19enne residente in una valle del Trentino che ora preoccupa i genitori, che si sono rivolti alla polizia con la speranza di riuscire ad intervenire prima che sia troppo tardi, come purtroppo è avvenuto in decine di situazioni simili. I due ragazzi sono stati insieme per qualche mese, una storia passeggera come è abbastanza comune tra i giovani a quell'età.

Quando lei ha detto basta, però, lui ha cominciato ad essere ossessivo e minaccioso, con frasi pesanti postate sui social, fino a paventare ritorsioni violente. Il ragazzo, poco più giovane della sua ex, è noto alle autorità locali per essere un po' turbolento. Così i genitori di lei, preoccupati, si sono confrontati con degli amici di famiglia.

La paura che possa succedere qualcosa alla figlia, visti anche i numerosi episodi di violenza di genere riportati dalle cronache, ha convinto i familiari della 19enne a rivolgersi alla polizia.

In questura mamma e papà hanno portato anche la 19enne, che inizialmente sembrava essere pronta a denunciare l'ex per stalking. Pareva sicura, tanto da ammettere che lui si comporta in modo ossessivo. A quel punto anche la magistratura è pronta ad intervenire e ricevere la denuncia. Poi, però, quando è il momento di prendere la decisione, la ragazza si tira indietro e cambia idea.

"Lui è fatto così. Non mi fa paura", si è giustificata. I genitori, a quanto si apprende, sono ovviamente ancora molto preoccupati. La situazione viene in qualche modo monitorata a distanza dalle forze dell'ordine, ma al momento senza una denuncia non è possibile procedere. "È solo una delle tante che sceglie di non denunciare", dice un investigatore che ha seguito il caso. "C'è preoccupazione. Per ogni situazione che riusciamo a risolvere ce ne sono due in cui le vittime non trovano il coraggio di denunciare o non capiscono la gravità del fatto. Oppure non hanno consapevolezza del rischio. Lo dico da padre di famiglia".

E che denunciare sia un passo difficilissimo lo dimostrano le storie quotidiane: due giorni fa, sempre in Trentino, la polizia è intervenuta per un episodio di maltrattamenti in famiglia. Un intervento da 'codice rosso': la vittima, una donna sposata e madre di una bambina, ha scelto però di non denunciare il marito.

"Noi ci siamo e voi non siete sole - dice l'investigatore ribadendo l'appello a tutte le donne che si sentono in pericolo o che magari non riescono a trovare la forza per fare il passo che le renderebbe libere - fatevi aiutare".

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